28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Piano di settore per il rilancio della filiera suinicola

Zaia: «Se il ministro dell’agricoltura non è con gli agricoltori, è contro l’agricoltura»

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha esordito così oggi a Finiletto di Mezzo, in provincia di Brescia

«Se un Ministro dell’agricoltura non trova un contadino che lo ospiti è segno che deve cambiare mestiere».
Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha esordito così oggi a Finiletto di Mezzo, in provincia di Brescia, rivolgendosi agli oltre 300 contadini ed allevatori che lo hanno accolto nell’azienda agricola Bucella e ai quali ha illustrato gli interventi previsti dal Piano di settore per il rilancio della filiera suinicola.
Il Ministro si è poi recato a Lonato dove, in una tavolata composta da oltre 50 persone, ha pranzato a casa della famiglia Baldini, contadini e proprietari di una cascina della zona.

«Sono venuto – ha detto Zaia – a dirvi grazie perché ci siete e continuate a lavorare tra le mille difficoltà di ogni giorno». Quelli della filiera suinicola sono numeri unici: il comparto incide per il 17% sul valore della produzione zootecnica e per il 5% su quello dell’agricoltura nel suo complesso, attestandosi ad oltre 2, 3 miliardi di euro e impiegando, nell’intero settore suinicolo nazionale, 130 mila persone a tempo pieno che – ha detto Zaia «hanno diritto ad avere delle risposte ai loro problemi. Li conosciamo, quei problemi, come sappiamo che il suino costa oggi 1,41 euro al Kg, cioè poco più di un caffè».

Per far fronte a queste difficoltà è stato redatto un piano di settore insieme alle associazioni di categoria, che oggi – dopo un incontro molto cordiale con il Ministro – hanno definito storico l’accordo raggiunto con il Mipaaf per il rilancio della suinicoltura nazionale.
Il piano di settore prevede l’istituzione entro settembre della Commissione unica nazionale prezzi, che formuli la determinazione anticipata del prezzo dei suini e dei tagli derivati, con declaratorie separate per i suini DOP; l’introduzione di un modello condiviso di valutazione delle carcasse suine (per sostenere un rapporto più trasparente fra allevatori e industria di trasformazione e per incentivare la qualità del prodotto già nella fase di allevamento); lo sviluppo delle filiere a denominazione protetta attraverso la programmazione delle produzioni in relazione ai reali sbocchi di mercato; l’attuazione del piano per l’eradicazione dell’epidemia vescicolare e la valorizzazione commerciale del Gran Suino Padano, la denominazione che punta a valorizzare tutte le carni del tipico suino pesante italiano.

«Sono previsti – ha detto Zaia – due stanziamenti da 750 mila euro ciascuno per due anni per la promozione dei prodotti suinicoli i cui prezzi continuano a scendere, a differenza di altri, come ad esempio quelli della carne bovina o dei cereali (cresciuti del 43%). Utilizzeremo le risorse previste dalla Finanziaria 2007 e 2008 per i piani di settore, che per tutti i comparti mettono complessivamente a disposizione 110 milioni di euro. Ed infine, l’accordo Ismea – banche per la ristrutturazione del debito di molte aziende del settore, che consentirà di chiudere una pagina difficile e aprirne un’altra per guardare al futuro con maggiore fiducia».
Il Ministro Zaia è intervenuto anche sulla questione quote latte, ribadendo che «oggi scontiamo scelte sbagliate fatte in passato. Quando un ministro va a trattare per una quota – ha detto Zaia - non può tornare a casa con solo il 58% del fabbisogno interno di latte, dovrebbe invece alzarsi e andare via. Nessuno ha pensato a come avremmo garantito la produzione di formaggi DOP o IGP, per i quali ci sono rigidi disciplinari da seguire. A questa Europa matrigna dovremo pagare 187 milioni di euro di multe per 628 mila tonnellate di latte in più prodotte dal nostro Paese, a fronte di 2 milioni di tonnellate che mancano nel mercato europeo».
«In questo contesto, lo dico nel rispetto di chi ha pagato e vuole produrre, non voglio – ha detto il Ministro - che inizi una guerra tra poveri. Lo ripeto alle organizzazioni di categoria: dovete avere fiducia in me, affronteremo la questione in modo serio, facendo delle proposte di cambiamento congrue e nella consapevolezza di avere a che fare con il mercato mondiale. Datemi tempo e fiducia: sto lavorando per una soluzione equa».

Zaia è poi tornato a parlare di WTO: «La battaglia che stiamo conducendo – ha detto il Ministro - è importante e difficile. Lo dico chiaramente: il territorio e la sua economia vanno difesi con i dazi. In queste ore si tenta di chiudere un negoziato fra 153 paesi del mondo, i cui rappresentanti si sono dati appuntamento a Ginevra con l’obiettivo di stabilire le regole del mercato internazionale. Ebbene qui, nella pianura padana, voglio fare un esempio: oggi per il riso di importazione si paga un dazio di 179 euro a tonnellata. Se lo togliamo, cancelliamo la produzione di riso di questa zona e lasciamo al consumatore una sola possibilità: scegliere fra il riso thailandese e quello cinese».
«Il nostro mercato è nostro e va rispettato – ha aggiunto Zaia - chi viene da noi deve suonare il campanello, e noi dobbiamo potergli chiedere come ha prodotto ciò che ci offre, che tipo di diserbanti e anticrittogamici ha usato e così via». «Voglio ricordare – ha precisato il Ministro – che ci sono paesi nell’area asiatica, dove è ancora in uso il DDT. E’ il consumatore allora a dover fare una scelta nell’interesse dell’agricoltura, imparando a scegliere frutta di stagione e prodotti del territorio, dietro i quali c’è cultura, storia, identità e soprattutto sicurezza alimentare».
«Ed è bene anche – ha aggiunto Zaia - che i consumatori sappiano che, nonostante l’aumento dei prezzi agricoli, i contadini oggi non guadagnano di più. E’ bene sottolinearlo perché non voglio che passi l’idea che il frutto dei rincari pagati dai consumatori vada a finire nelle mani dei contadini. Non è così: il consumatore ci rimette perché finora la programmazione europea è stata guidata dalla politica, sbagliata, delle eccedenze». «Ora – conclude il Ministro - è il momento di cambiare decisamente strada».