26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
L'intervista

Bolzonello pronto a ridiscutere con i sindaci la riforma delle Uti

«Nessuna cancellazione, solo l’avvio di un dibattito». Sullo stato di salute della Regione, il candidato del centrosinistra cita il recupero di oltre 10 mila posti di lavoro

UDINE – Proseguire sulla strada tracciata negli ultimi 5 anni, consapevole, però, che alcune correzioni, soprattutto per quanto riguarda la riforma delle Uti, vadano fatte. Sergio Bolzonello, candidato alla presidente della Regione Fvg per il centrosinistra, sa bene che non sarà facile riuscire a spuntarla in un periodo in cui il Movimento 5 Stelle e la Lega (come ha dimostrato il voto nazionale) vanno per la maggiore. Ma non si dimostra per nulla intimorito, pronto a confrontarsi con i cittadini presentando proposte che seguono una linea chiara e precisa.  

Qual è lo stato di salute del Friuli Venezia Giulia?
«Tende, e di molto, al bello. Quando siamo arrivati, nel 2013, la regione era a tinte fosche, sia in termini occupazionali che di prospettiva. Oggi in Fvg abbiamo un numero di posti di lavoro pari al 2008, con un recupero di 10 mila unità, e tutti gli indicatori sono con segno più, con un dato straordinario sull’export. Anche per quanto riguarda l’istituzione Regione, abbiamo continuato il percorso di risanamento e consegneremo alla prossima consiliatura i conti in ordine, con una capacità di investimento di almeno 1 miliardo di euro extra bilancio nei 5 anni. Senza dimenticare le infrastrutture, con il Fvg che è diventato realmente la piattaforma logistica del basso-centro Europa, e il contratto del Tpl rinnovato con condizioni favorevoli. In sintesi la nostra regione è tornata a essere dinamica, preparata e pronta a continuare la corsa verso il futuro».
Quali le priorità di intervento?
«Il lavoro innanzitutto: vogliamo continuare a ridurre la disoccupazione, oggi arrivata al 6.4%, con l’obiettivo di portarla al 3%. Un lavoro che dovrà essere di qualità, con una riduzione della precarietà. Poi c’è tutta la partita delle infrastrutture, operando per un’integrazione sempre maggiore tra ferro e gomma. Non vanno tralasciati nemmeno lo sviluppo dell’industria 4.0 e il turismo. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, abbiamo recuperato 1 milione di ospiti in 5 anni e puntiamo a recuperarne un altro milione nei prossimi 5. Infine, non si possono dimenticare il welfare e la scuola, con la regionalizzazione del sistema scolastico e l’ottenimento della competenza primaria per rivedere i servizi a supporto delle famiglie».
Parliamo di riforme: ritiene necessaria qualche correzione?
«Per quella delle Uti serve una rivisitazione delle modalità con cui le Unioni si aggregano ed erogano i servizi. La prima cosa che intendo fare è riunire i 215 sindaci e affrontare il tema della riforma degli enti locali senza tabù. Certamente non per gettare via le Uti, ma per discutere su dimensioni, obbligatorietà e penalizzazioni».
E per la Sanità?
«Il tema non è la riforma in sé, ma riuscire ad accelerare i processi della riforma. Se non fossimo intervenuti, visto che la Sanità, nel bilancio della Regione, pesa per 2,7 miliardi sui 4 totali, saremmo con le ginocchia a terra. E’ servita per fissare il futuro. Ora bisogna accelerare, perché qualunque tecnico sa che per far entrare a regime una riforma di questo tipo servono almeno 10 anni. Poi qualche aggiustamento nei singoli territori si può sempre fare».
Ha già in mente la squadra di governo?
«Sarà quella che affronta le elezioni. Vinciamo o perdiamo tutti insieme, non c’è un uomo solo al comando. Serve una persona che sappia guidare la squadra e che abbia un potere decisionale forte. Ed è quello che ho intenzione di fare».
Chi teme di più tra i suoi avversari?
«Nessuno in particolare. Mi dedico alla miglior proposta possibile da sottoporre ai cittadini, non ai miei avversari. Vogliamo indicare un modello socio-economico ben preciso: vinceremo o perderemo sulle proposte, non sugli attacchi o sulle polemiche con i miei avversari».
Crede che quello che sta accadendo a Roma possa avere ripercussioni anche in Fvg il 29 aprile?
«Non lo so, di certo stiamo assistendo a vere e proprio giravolte. Prima escludevano rapporti reciproci, e ora, i due movimenti populisti, sono lì a trattare tagliando fuori tutto il mondo moderato. Meglio concentrarsi su quanto accadrà in Fvg».