27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Politica

Centrodestra Fvg: il candidato sarà deciso tra Roma, Arcore e Milano

Nulla possono, infatti, i vertici regionali a fronte di dinamiche ed equilibri molto più complessi all’interno del puzzle delle elezioni politiche

FVG - Decide Roma! E’ questo, a oggi, l’unico dato certo sul toto-candidatura per la presidenza della Regione Fvg. Nulla possono, infatti, i vertici regionali del centrodestra a fronte di dinamiche ed equilibri molto più complessi all’interno del puzzle delle elezioni politiche e regionali. Un centrodestra , quindi, ancora alle prese con il gioco dei veti incrociati che procrastina ogni decisione e rischia di logorare equilibri tutt’altro che consolidati e che non pare avere fretta di decidere.

Incideranno le scelte in Lazio e Lombardia
La partita delle regionali e la conseguente scelta dei candidati governatori si gioca sugli scacchieri del Fvg, della Lombardia e del Lazio. E proprio quest’ultima regione rappresenta uno degli snodi più complessi. Il centrodestra vuole strapparla al centrosinistra. Ma l’accordo su chi dovrà sfidare il presidente uscente è incagliato nelle secche di una difficile trattativa. L’unico candidato (anzi, autocandidato) è il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. Che piaceva moltissimo a Salvini (adesso un po’ meno) e non tantissimo a Meloni. Berlusconi dice, invece, che il candidato presidente dovrà essere un parlamentare di lungo corso e comprovata esperienza e per questo ha lanciato in mischia il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri. Le cui quotazioni sono giocoforza decisamente in rialzo.

Occhio agli outsider
Così, se la Lega fosse costretta a rinunciare al suo uomo in Lazio, ne conseguirebbe che potrebbe rivendicare con maggiore forza la guida leghista per il Fvg. Ma nella complessa partita entra anche la Regione Piemonte, che andrà al voto il prossimo anno. Dunque, situazione ancora di stallo con i candidati Massimiliano Fedriga (Lega) e Riccardo Riccardi (Fi) che aspettano segnali romani. Ma nel novero delle candidature ci sono anche possibili outsider, soprattutto tra gli azzurri. Riccardi allo stato attuale non può contare sull’appoggio indiscriminato della coalizione. I suoi punti deboli vengono considerati la sua scarsa propensione all’inclusività e alcune caratteristiche poco empatiche del suo carattere.
Insomma, in pista c’è ancora il sindaco di Cividale, Stefano Balloch, che conta su importanti appoggi, mentre nei giorni scorsi si è fatto pure il nome di Manuela Di Centa. Non soltanto, ma secondo alcuni osservatori la morte dell’ex ministro Altero Matteoli, avvenuta lo scorso 18 dicembre, avrebbe ulteriormente indebolito Riccardi. Che poteva contare sull’appoggio del primo, importante componete del tavolo di centrodestra sulle candidature ragionali. Tuttavia, anche Fedriga presenta alcuni dati di debolezza. Il primo è dato dal fatto che la Lega Nord si è garantita con Pietro Fontanini la candidatura del centrodestra a sindaco di Udine (anche se manca ancora l’ufficialità). L’altra concerne il fatto che diversi settori, non secondari della coalizione, sono nettamente contrari alla guida leghista sia a Trieste sia a Udine.

E se la spuntasse Bini?
Senza contare che la cosiddetta ‘quarta gamba’ del centrodestra (Fitto, Quagliariello, Lupi e Cesa) pare ammiccare a una candidatura super partes che potrebbe essere rappresentata da quel Sergio Bini lanciato inizialmente dall’ex presidente, Renzo Tondo. Il quale pare avere abbandonato ogni desiderio di rivincita con il centrosinistra per un più tranquillo posto al sole al Senato. La partita è quindi più complessa degli schematismi regionali. E non è da escludere che la trattativa possa proseguire ancora per diversi giorni. Finché, appunto Roma o Arcore o Milano non decideranno.