19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Viaggi

Cronaca di un viaggio a San Francisco: dalla poltrona di casa mia!

Non possiamo uscire fisicamente di casa, ma possiamo utilizzare l'immaginazione per ridurre l’ansia che ci pervade inserendo immagini e input positivi

Golden Gate Bridge
Golden Gate Bridge Foto: Pixabay

ROMA - Siamo tutti confinati a casa fino al 3 aprile. Se qualcuno il mese scorso ci avesse profilato uno scenario simile lo avremmo preso per pazzo, catastrofista, forse lo avremmo denunciato per procurato allarme generale. E invece siamo tutti qui, chiusi tra le nostre quattro mura domestiche con un bel sole fuori che ci ricorda che sta arrivando la primavera. Chi lavora da casa, chi non lavora proprio, chi litiga con i propri figli che passano dal letto al divano facendo finta di aprire l’applicazione della scuola online, chi passa le giornate ad ascoltare i bollettini della protezione civile, chi pensa con terrore alla possibilità di contrarre il virus o magari di averlo già inconsapevolmente contratto.

Troppe immagini negative nel nostro cervello che ci portano ad essere aggressivi, scontrosi, pessimisti e che non ci aiutano a trascorrere velocemente queste giornate di clausura forzata. E’ vero non possiamo uscire fisicamente ma possiamo invertire questo trend, almeno nella nostra mente e ridurre l’ansia che ci pervade inserendo immagini e input positivi.

Racconti di viaggio

Chiudiamo gli occhi e pensiamo ad un luogo dove vorremmo essere in questo momento immaginando di passare una giornata nel nostro posto del cuore. Ecco, il mio viaggio parte da un negozio di biciclette che si chiama Blazing Saddles e si trova nei pressi di Ghirardelli Square a San Francisco.

Sono le 10 del mattino e siamo tutti carichi di energia, il sole è alto, il cielo è blu, c’è profumo di mare e noi siamo in sella alle nostre bici pronti per partire per un giro della città. Questa volta prendo la bici elettrica, tanto non pago (!), ci sono troppe salite e discese a San Francisco, l’anno scorso le gambe mi hanno fatto male per due giorni!

E allora pronti, partenza e via! Le nostra guida ci fa fare un primo stop, all’altezza del St Francis Yacht Club, siamo fermi su uno dei tanti moli della città e tutti siamo troppo impegnati a non cadere dalla bici per alzare lo sguardo al di là del molo. Ma una volta tolto il caschetto siamo sopraffatti dall’immagine dell’isola di Alcatraz che si staglia nella baia, imponente, minacciosa, così vicina e così lontana, un’isola che è stata anche teatro di rivendicazioni da parte dei nativi americani che l’hanno occupata per quasi tre mesi. E proprio adesso mi sto chiedendo il perché, perché scegliere un luogo che con il concetto di libertà ha ben poco a che fare. Ma non ci soffermiamo troppo, tanto avremo tutto il pomeriggio per visitarla e proseguiamo lungo la meravigliosa pista ciclabile che attraversa una delle zone più belle di San Francisco: il Presidio.

Un tempo presidio militare spagnolo, oggi un meraviglioso parco, sede del Walt Disney Family Museum, il museo dedicato alla storia e al genio di Walt Disney.

Il gruppo sta già andando avanti con la guida che alza la mano destra e fa segno di andare, ma scusate io mi devo fermare un momento. Scendo dalla bici, mi tolgo le scarpe e cammino sull’erba di Crissy Field, un grandissimo prato di fronte all’oceano, il mio posto preferito a San Francisco: c’è un piccolo molo con dei pescatori che aspettano di portare a casa la cena o forse stanno lì solo per passare il tempo, sento il rumore dei gabbiani, il profumo del mare, i cani che abbaiano, apro gli occhi e vedo il Golden Gate Bridge, sembra essere a due passi da me, mi sembra quasi di toccarlo.

Ecco in questo momento, con questa immagine di fronte, mi sento bene, accenno un sorriso, respiro profondamente e sento il profumo del mare, apro gli occhi e di fronte vedo il diffusore d’ambiente che avevo comprato lo scorso anno all’Isola d’Elba, leggo e c’è scritto Profumo di Mare, allora non stavo proprio sognando!

Il viaggio continua

Ma il mio viaggio continua e, dopo una breve salita, arriviamo finalmente sul Golden Gate Bridge. Attraversarlo in bicicletta è un’esperienza indimenticabile. L’ultima volta ho percorso la pista ciclabile a destra, questa volta prendiamo quella di sinistra. Il vento fa tremare la bicicletta, mi sento sospesa nel vuoto, sotto di me l’oceano, le spiagge, scogli che affiorano dal mare, vedo una nave cargo che sta passando sotto il ponte, probabilmente sta andando a Oakland, il porto più grande della California. A destra osservo lo skyline di San Francisco, dove spicca la Coit Tower, simbolo di North Beach, un altro dei miei posti preferiti a San Francisco. Domani ci vado, faccio un salto alla Citylights Bookstore, la libreria di Ferlinghetti. Where are you going man? No matter where you go, just go!

E poi arriviamo dall’altra parte, ci fermiamo per una foto ricordo; ne abbiamo fatta di strada, ma non è ancora finita, per fortuna ora è tutta discesa e arriviamo a Sausalito. A sinistra Angelino, il ristorante dove mio marito si è sentito a Portofino mentre io stavo in riunione, chiusa tra le mura di un albergo e lui mandava le foto dei suoi spaghetti e vongole. Più avanti lasciamo le biciclette e ci fermiamo a mangiare un hamburger, sarà la fame, sarà l’atmosfera, ma ho ancora in bocca il sapore gustoso di quell’hamburger mangiato su una panca di legno di fronte al mare.

Tornare a San Francisco è facile, si prende il ferryboat che ti porta direttamente al Pier 39. Non siamo stanchi, la giornata è ancora lunga e ci aspetta la visita di Alcatraz. L’ abbiamo prenotata con largo anticipo, altrimenti è una mission impossible. I racconti di detenuti e secondini ci portano nel carcere di massima sicurezza più famoso al mondo. Ci sono già stata, ma è sempre emozionante. Vedo davanti a me un grande pannello con i volti di illustri detenuti, sono tutti seri, con facce contrite, solo uno sembra avere un ghigno malefico, leggo sotto, è Al Capone. Ha evaso le tasse, sorrido tra me e me.

Torniamo al Pier 39, è già ora di cena, so già dove andare a mangiare, se sei a San Francisco devi assaggiare il Dungeness Crab. E così sia: direzione Fog Harbon Fish House, un altro posto dove mi sento a casa. Questa volta prendo il Cioppino, ma ti prego dividiamolo perché questo viaggio in poltrona mi sta già facendo ingrassare!