19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Intervista a «L'Uomo Vogue»

Vincent Cassel: «Cannes è soprattutto mercato, Venezia è più intima»

Sarà a Venezia per il nuovo film diretto da David Cronenberg «A dangerous method», complessa vicenda che coinvolge i padri della psicanalisi moderna, Sigmund Freud e Carl Jung

MILANO - Sarà a Venezia per il nuovo film diretto da David Cronenberg «A dangerous method», complessa vicenda che coinvolge i padri della psicanalisi moderna, Sigmund Freud e Carl Jung (Viggo Mortensen e Michael Fassbender), insieme alla paziente Sabine Spielrein (Keira Knightley). Vincent Cassel, di cui il mensile L'Uomo Vogue pubblica un'intervista nel numero in edicola dal 30 agosto completamente dedicato al Festival del Cinema di Venezia e ai suoi protagonisti, racconta così la sua esperienza nella parte di Otto Gross, seguace e pupillo di Freud: «È la seconda volta che lavoro diretto da Cronenberg e con Viggo, dopo l’esperienza del thriller «La promessa dell’assassino». Meglio non poteva andare: un soggetto molto interessante e un set di grandi professionisti e di rapporti rodati. Mi diverte molto l’idea di starmene a Venezia per qualche giorno e di poterla conoscere meglio. Sono un veterano del Festival di Cannes, questa invece sarà soltanto la mia seconda volta in Laguna. Cannes è soprattutto mercato, una passerella folle, schizofrenica, con tempi concitati, di vero consumo. Venezia è più intima, soignée e sfumata, imperniata sul cinema nel suo più alto senso culturale. I ritmi sono blandi, sospesi, filtrati dalla luce lagunare e dal mare e dal cielo di fine estate, dalla stessa esistenza surreale e spiazzante della Serenissima».

Tra gli artisti francesi più amati anche all’estero, Cassel, classe 1966, spiega così il suo successo sulla scena internazionale: «Semplicemente ho sempre cercato di spaziare senza pregiudizi oltre i confini della Francia, di capire altre radici e maniere di esistere e pensare. Giovanissimo me ne sono andato a New York. Da qualche anno vado spessissimo in Brasile, un paese che è in piena esplosione economica, sociale, culturale, che mi dà energia. Mia moglie (Monica Bellucci, ndr), con cui sono sposato da 15 anni, è italiana come le mie figlie Deva e Léonie, che sono nate a Roma. All’Italia mi sento particolarmente vicino grazie alle origini corse di mia madre». Se forse il suo film preferito è tuttora «L’odio», dell’amico Kassovitz, Vincent non riposa certo sugli allori. Uscirà nel 2012 «Dobermann 2: Arm wrestle», sequel del fortunatissimo crime flick omonimo del 1997 di Jan Kounen; poi sarà la vedette di «Le capital», dramma di Costa-Gavras ambientato tra gli intrighi del mondo finanziario. E debutterà in palcoscenico, a Parigi, al Théâtre Marigny di Pierre Lescure, al fianco della moglie Monica Bellucci: interpreteranno Gabriele e Antonietta che furono dei mostri sacri Marcello Mastroianni e Sofia Loren, in «Una giornata particolare», adattamento tratto dal bellissimo film di Ettore Scola con la regia di Michele Placido.