1 settembre 2025
Aggiornato 04:00
Caso Ruby

Lele Mora: Berlusconi è un generoso, ma non c'è prostituzione

Lo ha detto l'agente dello spettacolo: «Dava un regalo a tutte, qualche soldino, a chi aveva bisogno. Le serate ci sono sempre state, anche prima della separazione»

MILANO - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è «davvero generoso», ma «non facciamo allusioni a prostituzione perché queste cose non esistono e non sono mai esistite». Lo ha detto l'agente dello spettacolo Lele Mora, a margine dello spettacolo Tu come noi, in corso al teatro San Babila di Milano. «In tanti anni che faccio questo lavoro - ha detto Mora conversando con i cronisti - non ho mai obbligato nessuno ad andare a letto per lavorare. Anzi, queste cose mi danno noia. Poi se una la vuol dar via la dà via a Berlusconi o a qualcun altro. Dunque non facciamo allusioni sulla prostituzione. Sono cose che non esistono e che non sono mai esistite soprattutto a casa del Presidente del Consiglio».

«Premier generoso» - «L'unica cosa che lui fa - ha proseguito Mora riferendosi al premier - è una cosa molto generosa. E tratta tutti allo stesso modo: dalla signora matura di sessanta anni... c'era anche qualcuna che veniva a cantare, o che portava la mamma o la zia o la maestra di piano e dava un regalo a tutte, perché sapeva che qualcuna aveva bisogno, qualche soldino. Ma solo questo. Perché lo ribadisco, è una persona davvero generosa, e io stesso sono stato aiutato».

Lele Mora racconta di un ingente prestito ricevuto da Berlusconi e che lui voleva garantire con una società immobiliare, offerta però rifiutata dal premier: «Me li ridai quando li avrai», queste le parole del premier in quell'occasione, riferite da Mora. «Non avevo i soldi per pagare le bollette - ha aggiunto il talent scout - e senza chiedere niente mi ha aiutato. E io non sono una bella donna. Il premier non ha bisogno di qualcuno che gli porti le donne».

«Tante sere il presidente mi chiamava e mi diceva sono qua solo». Lo racconta il talent scout Lele Mora, parlando del suo rapporto con il presidente del Consiglio. E per spiegarsi meglio, cita «una frase storica», letta in un libro. «Uno potente, ha tante cose, ma le sera si spengono i riflettori e sei solo - aggiunge Mora - La frase del libro diceva: Il re è solo e triste e va a letto piangendo».
Per il premier, spiega Lele Mora «avere vicino amici a cui si può raccontare una barzelletta, con cui si può cantare due canzoni assieme, viene interpretato nella maniera sbagliata. E tutto questo casino è uscito per niente».
Per il frequentatore di Villa San Martino, comunque, non è vero che, come qualcuno ha ipotizzato, «chiunque» poteva entrare nella residenza del premier ad Arcore perché «ogni volta che andavo comunicavo alle guardie con chi venivo e con quante persone».
Le serate di Arcore, comunque, «ci sono sempre state, con più o meno gente, con persone più anziane o più giovani, con politici o artisti», anche - conferma Mora - prima della separazione con la moglie Veronica.