Beltramo: La gara delle rivincite, per Marquez e per Iannone
Marc, dopo la pressione e le polemiche, dimostra di avere ancora un ritmo superiore a chiunque ad Austin. Andrea si commuove per il suo primo podio in Suzuki
MILANO – Tutto come previsto, anche stavolta ad Austin il vincitore è Marc Marquez. «Capitan America, El Conquistador, o il primo presidente ispanico... fate voi – commenta il nostro Paolo Beltramo – Ha vinto per la sesta volta su sei, con sei pole position e cinque giri veloci: i numeri parlano chiarissimo. Se poi aggiungiamo, come al solito, i tre successi a Indianapolis e l'ultimo a Laguna Seca, i suoi trionfi negli Stati Uniti in MotoGP diventano dieci su dieci. Strano che sia nato vicino a Barcellona! Questa volta, forse memore della pressione e delle polemiche, è partito ed è andato via: non voleva rischiare sorpassi o contatti. L'unico che ci ha provato è stato Andrea Iannone, ma Marquez aveva un ritmo superiore a chiunque ed è andato a vincere abbastanza comodamente».
Le gioie del podio
Ben staccati tutti gli altri: «Secondo è arrivato Maverick Vinales, su una buona Yamaha, staccato di tre secondi e mezzo: ma erano di più, finché poi alla fine Marquez si è messo a festeggiare in piedi sulla moto. Lui si dice soddisfatto e comincia ad essere di nuovo quello dell'inizio dell'anno scorso: convinto, aggressivo, con una guida naturale e spontanea. Molto bene Andrea Iannone, che è arrivato terzo e alla fine è quasi scoppiato in lacrime: ha passato un periodo molto difficile. Ricordiamo che è arrivato nel 2016 in Suzuki, che con Vinales aveva vinto una gara dopo anni di digiuno, quindi ci si aspettava molto da lui, che veniva dalla Ducati dove era riuscito a trionfare anche lui. Poi le cose sono andate male e anche all'inizio di questa stagione Andrea ha dovuto soffrire: oggi è stata come una liberazione per lui. Il talento c'è ancora, adesso finalmente si sono chiariti molto con il suo capomeccanico e le cose cominciano a funzionare. Forse ci aspetta un bel prosieguo di Mondiale da parte sua».
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