19 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Calcio | Nazionale

Quel suggerimento di Wenger non colto dal Milan

Troppo evidente in termini di esperienza e di caratura tecnica tra il Milan e l’Arsenal visti in campo a San Siro. Eppure il manager alsaziano aveva spiegato come far male alla sua squadra…

La disperazione di Donnarumma dopo uno dei gol subiti dall'Arsenal
La disperazione di Donnarumma dopo uno dei gol subiti dall'Arsenal Foto: ANSA

MILANO - Alla vigilia di Milan-Arsenal eravamo stati buoni profeti: i Gunners sono una buona squadra dal punto di vista tecnico, seppur in crisi di fiducia e in difetto di autostima. Fino a ieri sera, quando sono venuti a banchettare con i resti dei guerrieri rossoneri visti appena qualche giorno fa, gli uomini di Wenger stavano vivendo un momento buio, che sarebbe potuto diventare nero come la pece se il Milan fosse riuscito ad incanalare subito la partita sui binari giusti. Per capirci, sarebbe bastato fare un gol all'inizio per vederli crollare e accartocciarsi su se stessi. Più o meno quello che è accaduto di recente nei due match dell'Arsenal contro il Manchester City, entrambi persi per 3-0 dopo un buon inizio dei londinesi.

Il puro Hakan
Così purtroppo non è andata perchè nel primo quarto d’ora di gioco il Milan ha sciupato almeno un paio di opportunità preziose: prima con una sfilza di corner e un pallone messo sulla testa di Bonaventura a mezzo metro dalla porta solo da spingere in porta al 2’, poi con l’occasione di Cutrone messo davanti a Ospina da un rinvio sciagurato di Chambers. Per non parlare della percussione solitaria di Calhanoglu che ha fatto gridare all’eccesso di onestà l’intero popolo degli italici osservatori del pallone, visto che malgrado l’uscita insana del portiere colombiano che avrebbe abbattuto il 10 rossonero e sancito l’inevitabile rigore per il Milan, Hakan il puro ha preferito saltare a piè pari l’avversario anzichè lasciarsi travolgere come avrebbe fatto il 99% del genere umano. 

Gemelli diversi
Errore imperdonabile perchè nel frattempo l’Arsenal ha ritrovato il filo del gioco e approfittando di una serata tutt’altro che di gala per molti calciatori rossoneri, ha colpito una prima volta con Mkhitaryan, poi ha scheggiato la traversa con lo stesso armeno e in chiusura di primo tempo ha quasi blindato la qualificazione con la rete dello 0-2 del centrocampista Ramsey. Il tutto sotto la sapiente regia del presunto gemello di Calhanoglu (in realtà tra i due c’è praticamente un’oceano di tecnica, qualità e personalità), l’altro turco-tedesco del match Mesut Ozil.

Limiti innegabili
Le parole di Wenger a fine gara hanno ribadito ed evidenziato ulteriormente un concetto che era apparso chiaro fin dai giorni scorsi: «Lo sport è strano, avesse segnato il Milan ad inizio gara con i vari corner forse sarebbe uscita un'altra gara».
Togliamo pure il forse, caro vecchio Arsenio. In effetti il messaggio subliminale del manager alsaziano era stato colto nitidamente da Rino Gattuso già alla vigilia del match, tanto che i rossoneri hanno iniziato a caricare a testa bassa, attaccando per cercare il gol subito e praticamente spingere giù i Gunners dall’orlo del burrone sul quale erano rimasti precariamente in equilibrio. Così non è andata, il Milan ha mostrato tutti gli evidenti limiti di tenuta caratteriale e soprattutto di esperienza. La giovane età di una squadra elargisce dividendi importanti in termini di prospettiva e di crescita, ma nell’immediato, specie di fronti a colossi del calcio internazionale come l’Arsenal del maestro Arsenio, lo scotto da pagare è ineluttabile.