15 ottobre 2025
Aggiornato 01:30
Calcio | Nazionale

Caso Donnarumma: Raiola apre una profonda spaccatura al Milan

Ancor più che il futuro di Gigio (che al più tardi a giugno saluterà Milanello destinazione Parigi), c’è un altro aspetto che preoccupa i tifosi rossoneri.

L'ad rossonero Fassone con il ds Mirabelli
L'ad rossonero Fassone con il ds Mirabelli Foto: ANSA

MILANO - Vuoi vedere che il buon Mino Raiola è riuscito nel suo intento di minare alle fondamenta la solidità della nuova dirigenza rossonera creando una spaccatura evidente tra l’amministratore delegato Marco Fassone e il suo luogotenente, il direttore dell’area tecnica Massimiliano Mirabelli? Il sospetto, dopo aver letto le farneticanti dichiarazioni del procuratore italo-olandese si fa strada.
Innanzitutto una piccola premessa grazie alla quale consegnare l’ambito premio «Senza vergogna» al buon Cosimino: è imbarazzante la faccia tosta di Raiola quando scrive «Non voglio fare del caso Donnarumma un circo mediatico e soprattutto non voglio che venga fatto sulla pelle di Gigio». Ma come, proprio lui che da circa sei mesi ha infilato il povero portiere rossonero in un frullatore dal quale il giovane fenomeno di Castellammare di Stabia sta faticosamente provando ad uscire, adesso dice che non vuole esporre il suo assistito alle polemiche? Ci vuole davvero tutto il coraggio di Raiola per sostenere una tesi tanto assurda tanto urticante. Se l’ex barista-pizzaiolo si preoccupasse davvero del benessere di Donnarumma, proprio lui che dovrebbe curarne gli interesse (e non solo economici), oggi il Milan e la Nazionale italiana avrebbero un portiere solido ed affidabile, anzichè un ragazzino in balia della tempesta e del legittimo furore dei tifosi.

Mirabelli vs Raiola
Chiusa questa parentesi procediamo alle dolenti note di casa Milan. Appare sempre più evidente che qualche crepa all’interno di via Aldo Rossi si sia aperta e che comunque stia per aprirsi. Sono sempre più insistenti i sussurri secondo cui le rabbiose esternazioni di Massimiliano Mirabelli contro l’agente di Donnarumma non siano state concordate con i vertici della società. Soprattutto con Marco Fassone che, dal canto suo, sta cercando in tutti i modi di tessere una tela di buoni rapporti con il potentissimo Raiola.
Il ds calabrese invece, sanguigno e discutibile stratega, al termine di Milan-Verona ha dato vita ad uno sfogo tipico di chi subisce lo schiacciamento della vena («Tuteleremo Gigio e il Milan da chi sta cercando di danneggiare il nostro club. Un giorno Gigio capirà dove sta il bene e il male. C’è qualche signore che sta diventando più showman che altro, noi ci ridiamo sopra, ma non gliela faremo passare»), provocando l’inevitabile replica di Raiola.

Cortesia con Fassone
L’aspetto curioso della faccenda è che il buon Mino non si è limitato a sottolineare l’incompatibilità con il dirigente calabrese e le sue colpe nel fallimento stagionale del Milan («A Mirabelli oggi fanno comodo queste polemiche perché tolgono l’attenzione dal vera problema del Milan: il suo progetto tecnico»), ma ha evidenziato anche la correttezza dei rapporti con l’amministratore delegato di Casa Milan («Ho stabilito da tempo una linea aperta di colloquio cortese e professionale con il dott. Fassone che ho incontrato anche di recente. Se ci fossero dei problemi e se fosse necessario mi troverò con lui e cercheremo delle soluzioni»), amplificando ancora di più i sei gradi di separazione tra ad e  ds.

Spaccatura, no grazie
Oggi, ancor più che il problema del futuro di Donnarumma (che al più tardi a giugno saluterà la comitiva in direzione Parigi dove troverà chi gli farà ponti d’oro e nello stesso tempo risistemerà le casse esangui di via Aldo Rossi) al Milan si dovrà cercare di tenere sotto controllo questa possibile crepa societaria. Perchè un anno di transizione nel progetto di crescita di una squadra ci può stare, una dirigenza spaccata in due proprio no.