24 aprile 2024
Aggiornato 00:00
MotoGP

Jorge Lorenzo non ha più scuse: «Nel 2018 dovrà vincere»

Il capotecnico Gabarrini gli concede le attenuanti per la difficile stagione appena trascorsa: «Si è dovuto adattare alla Ducati. Ma un altro campionato così sarebbe inaccettabile»

Jorge Lorenzo sulla griglia di partenza
Jorge Lorenzo sulla griglia di partenza Foto: Ducati

ROMA – Settimo posto in campionato, tre soli podi e nessuna vittoria. Numericamente parlando, per Jorge Lorenzo quella appena conclusa è stata la peggior stagione di sempre in MotoGP, anche se le attenuanti non mancano. Certo, il campione maiorchino non ha rispettato le elevate aspettative con cui era arrivato in Ducati, ma era anche logico attendersi che, avendo guidato sempre e solo la stessa moto nella classe regina, gli sarebbe servito un po' di tempo per conoscere e scoprire la sua nuova Desmosedici. Una valutazione in chiaroscuro, dunque, confermata anche dal suo capotecnico Cristian Gabarrini, che a Borgo Panigale portò già il titolo mondiale nel 2007 con Casey Stoner. E che ribadisce che se un'annata di apprendistato ci può stare, una seconda, un pilota stipendiato la bellezza di dodici milioni di euro all'anno, non se la può più permettere. «Il bilancio in generale è positivo – analizza l'ingegnere al sito specializzato internazionale Motorsport – Gli obiettivi cambiano con il passare del tempo. All'inizio della stagione ci siamo concentrati sulla presa di fiducia di Jorge con la moto. Poi doveva entrare sempre tra i primi cinque e, alla fine, era in grado di lottare per la vittoria a prescindere dalla gara e dalle condizioni. Negli ultimi Gran Premi c'era sempre, e penso che se ce ne fossero stati altri due lo avrebbe confermato. Se l'anno prossimo ci ritrovassimo gli stessi problemi del 2017, non avremmo alcuna scusa: un'altra stagione come questa sarebbe inaccettabile».

Imparare di nuovo
Nel corso del suo lungo e travagliato Mondiale 2017, insomma, Por Fuera ha dovuto trovare il modo di tirare fuori il massimo dalla Rossa, pur mantenendo le sue caratteristiche innate in sella, il suo modo di guidare pulito e capace di portare tanta velocità in curva: «Jorge è riuscito ad adattare il suo stile di guida per trarre beneficio dai punti di forza della nuova moto – prosegue Gabarrini – Si è sforzato molto per fare delle cose che non gli venivano naturali, ma che erano necessarie per andar forte. Con la Yamaha sapeva perfettamente il modo in cui la moto avrebbe reagito in qualsiasi momento, e ha dovuto imparare a fare la stessa cosa anche con la Ducati. Detto questo, non ha perso il suo stile, la sua essenza, l'ha solamente adattata».