Altro che Gattuso, la partita doppia del Milan si gioca altrove
Mentre a Milanello il neo allenatore rossonero inizia a prendere le misure della sua nuova squadra, negli uffici di via Aldo Rossi Marco Fassone è impegnato in due trattative molto più delicate: quella con il fondo Highbridge per il rifinanziamento del debito con Elliott e quella con l’Uefa per il voluntary agreement.

MILANO - Chissà che alla fine l’esonero di Vincenzo Montella, con la conseguente promozione di Rino Gattuso sulla panchina del Milan, non possa rivelarsi una mossa preziosa per distogliere l’attenzione preoccupata dei tifosi su quanto sta accadendo nelle segrete stanze di via Aldo Rossi. Ad oggi, 29 novembre, mentre la situazione legata alla prima squadra è complicata, per non dire critica, visto l’abnorme ritardo dalle prime in campionato che di fatto rendono praticamente impossibile la rincorsa ad un posto in Champions League, la situazione societaria è ancor più preoccupante. O, se vogliamo usare toni meno allarmistici, quanto meno delicata.
Partita doppia
In questi giorni infatti, mentre il Milan sta cercando una sua quadratura con la nuova guida tecnica affidata al totem Gattuso, la dirigenza è impegnata in una partita doppia che potrebbe decidere in maniera pressochè definitiva il futuro del club rossonero. La prima è con il Financial Body dell’Uefa che entro un mese sarà chiamato ad esprimere una sentenza definitiva sulla richiesta di gentleman agreement richiesta da Fassone; la seconda si gioca sul tavolo dell’hedge fund Highbridge, chiamato in causa per rinegoziare il prestito contratto qualche mese fa con Elliott, oltre 300 milioni da restituire entro ottobre 2018.
Rifinanziamento
Come appare evidente, si tratta di due situazione collegate a doppio filo ed è per questo che Yonghong Li e Fassone, dopo aver ricevuto un paio di no da parte di enti creditizi come Merrill Lynch e Goldman Sachs per il rifinanziamento del debito con Elliott, ha insistito fino a trovare una consistente apertura da parte di Highbridge.
La trattativa con il fondo internazionale con sede ad Hong Kong e Londra e controllato dalla banca d’affari JP Morgan dovrebbe prevedere un aumento dell’esposizione debitoria, 400 milioni, ma spalmati su 5 anni, in modo tale da consentire un maggior agio alla nuova proprietà di rimettere in sesto i conti.
L’Uefa aspetta
Se Highbridge dirà si, quindi, il Milan potrà estinguere definitivamente il debito con Elliott e avere anche una discreta somma da poter utilizzare per la gestione delle emergenze. Condizione che renderebbe più fluida la situazione e di conseguenza più semplice decisione dell’Uefa, visto che il club di via Aldo Rossi non sarebbe più sotto la spada di Damocle di un prestito da restituire in meno di un anno e avrebbe anche un budget per le prossime operazioni di mercato.
Quanto un doppio no, sia da Highbridge che da Nyon, sarebbe nefasto per il futuro del club è addirittura superfluo da sottolineare. E allora pensiamo positivo, una tranquillità societaria è alla base per una più rassicurante situazione anche sul campo da gioco. Almeno su questo, Marco Fassone, Massimiliano Mirabelli, Rino Gattuso e tutti i calciatori sono d’accordo.
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