19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Formula 1 | Gran Premio di Singapore

Ko al via: la follia del ragazzino Verstappen rovina il Mondiale Ferrari

Ancora una volta, l'inaccettabile eccesso di aggressività del 19enne della Red Bull finisce per costare cara alle Rosse: dopo pochi metri, il trio di testa finisce stretto a sandwich e si schianta. La fine peggiore per un GP che poteva consentire a Sebastian Vettel il controsorpasso iridato a Lewis Hamilton

Il contatto alla partenza tra le due Ferrari di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen
Il contatto alla partenza tra le due Ferrari di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen Foto: ANSA

SINGAPORE – Succede tutto al via. Sebastian Vettel accomodatosi in pole position, è autore di una partenza nella norma: quanto basta per difendersi dal prevedibile assalto di Max Verstappen al suo fianco. Ma è l'altro ferrarista Kimi Raikkonen ad azzeccare uno scatto fulminante, rinvenendo a doppia velocità alle spalle della Red Bull, fino ad affiancarla in vista della staccata della prima curva. Solo a quel punto il baby fenomeno olandese si accorge dell'avversario che lo attacca all'interno, e cerca di chiudergli la porta, buttandosi sulla sinistra: ma esagera, e finisce per speronarlo sulla fiancata. La Ferrari del finlandese, ormai senza controllo, si mette nella posizione peggiore: proprio di traverso in mezzo al rettilineo, e con la ruota anteriore colpisce incolpevolmente la fiancata della vettura gemella di Vettel. Ci prova ugualmente stesso a proseguire, il campione tedesco, ma la sua avventura in testa alla gara dura solo qualche centinaio di metri in più: poi, sull'olio che fuoriesce dalle pance della sua stessa macchina, scivola nell'accelerazione successiva, e si schianta con il muso dritto contro il muro. Per entrambi i portacolori del Cavallino rampante, la gara si conclude già al primo giro. E sfuma l'occasione d'oro di riportarsi al comando del Mondiale su una pista in cui la SF70H si era dimostrata più veloce di tutti nelle qualifiche di ieri.

Troppi precedenti
Tutto per colpa dell'inaccettabile arrembanza di un pilotino 19enne, che ha sicuramente dimostrato indiscutibili doti velocistiche, ma anche una tendenza alle manovre garibaldine che, ormai, ha davvero superato ogni limite. Non è la prima volta, infatti, che Verstappen è protagonista di incontri ravvicinati con le Ferrari al via. Era capitato quest'anno in Canada, quando pizzicò l'ala anteriore dello stesso Vettel, e anche l'anno scorso in Belgio, quando come oggi colpì entrambe le Rosse. Questo ennesimo episodio, che stavolta rischia seriamente di condizionare la volata mondiale, rappresenta la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. E così scatta la polemica. Per la verità, quando si presenta davanti alle telecamere a caldo, Vettel appare più sconcertato che infuriato: «Non so, non ho visto molto – dichiara ai microfoni dei giornalisti subito dopo essere ritornato a piedi ai box – Ho fatto una partenza mediocre e poi mi sono spostato a sinistra cercando di bloccare Max. Poi ho sentito un botto sul lato e ho visto la macchina di Kimi. A quel punto la mia macchina ormai era già danneggiata, il radiatore era rotto e piegato e ho perso la pressione dell'acqua. Non è stata una situazione ideale, anzi, un vero peccato, perché essendo finiti fuori gara non abbiamo potuto dimostrare il nostro passo. Ma le corse vanno così, non c'è nulla che possiamo fare, ma andremo avanti lo stesso. Sono sicuro che avremo altre opportunità». Ancora meno loquace Kimi Raikkonen: «Sono partito bene, i miei primi cento metri sono stati buoni, poi mi hanno colpito e la mia gara è finita. Non credo che avrei potuto fare nulla di diverso per evitare l'incidente, ma abbiamo pagato un prezzo salato. Di chiunque sia la colpa non cambia le cose».

Ora tocca ai commissari
Ma ci si chiede anche perché, sotto la pioggia tropicale di Singapore, quando per la prima volta la Formula 1 si trovava a compiere una partenza bagnata e notturna, sotto le luci artificiali, la direzione gara non abbia sentito il bisogno di limitare i pericoli mandando in pista la safety car. L'intervento dei commissari, in questo caso, è stato tardivo, con la decisione di mettere sotto indagine i protagonisti dell'incidente solo dopo la conclusione del Gran Premio. E Max, che finirà sul banco degli imputati, mette già le mani avanti, rimbalzando la colpa ai due ferraristi: «Mi sono ritrovato stretto tra le ruote di Vettel e di Raikkonen. Volevo frenare ma a quel punto ero solo un passeggero. Non lo ritengo un incidente di gara, semmai c'è stata un incomprensione tra di loro. Non li ho capiti: io mi stavo giocando la vittoria, ma Sebastian il titolo, doveva stare più attento. Almeno mi consola che ci siamo ritirati tutti e tre: mal comune...». Qualunque sarà la sentenza dei giudici, si tratta comunque di una vicenda destinata a restare tristemente scritta negli annali del Mondiale. Non era mai accaduto prima, infatti, che due Ferrari si ritirassero per un incidente tra di loro. E Vettel, in particolare, era da diciannove gare consecutive che non si ritirava, anzi, arrivava sempre a punti. La fine di questa striscia positiva è arrivata proprio nel momento peggiore. E, soprattutto, senza colpa.