25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Formula 1

Ferrari, il giallo del motorista si infittisce: licenziato o promosso?

Da ieri il paddock si chiede i veri motivi dell'allontanamento di Lorenzo Sassi, papà del supermotore di Maranello. L'ultima ipotesi è quella che in realtà non sia stato cacciato, ma chiamato ad occuparsi di tutti i motori ibridi del gruppo Fca. Ma perché, allora, Sergio Marchionne non lo dice?

La Ferrari di Sebastian Vettel ferma ai box in Austria
La Ferrari di Sebastian Vettel ferma ai box in Austria Foto: Red Bull

SPIELBERG«Chiedete a qualcuno che sta più in alto di me...», aveva sorriso maliziosamente Sebastian Vettel ieri. Quando, a margine di una conferenza stampa della vigilia già resa incandescente dal confronto con Lewis Hamilton, un giornalista aveva trovato il tempo di chiedergli chiarimenti sull'improvviso licenziamento del motorista Lorenzo Sassi. Quel «qualcuno più in alto di me», manco a dirlo, ha un nome: Sergio Marchionne, sospettato di aver preso, anzi imposto, la decisione della cacciata. Ebbene, quel qualcuno non risponde, il suo sottoposto Maurizio Arrivabene ha cancellato all'ultimo la sua partecipazione alla conferenza stampa prevista dopo le prove libere (e chissà che non l'abbia fatto proprio per evitare qualche domanda scomoda su questo argomento), e perfino il diretto interessato declina cortesemente e saggiamente ogni richiesta di commento. Mancando dunque una versione ufficiale, su questa svolta repentina e imprevista continua ad aleggiare un alone di mistero: perché la Ferrari si è privata del papà del supermotore in grado di eguagliare in potenza il mostruoso Mercedes?

Guru dell'elettrico
La risposta potrebbe essere molto diversa da quella che si ventilava in un primo momento, ovvero un litigio tra il progettista e il presidente. A ventiquattr'ore dalla comparsa dello scoop, anticipato dalle pagine de Il Giornale, infatti, si fa strada una diversa interpretazione, a cui hanno dato voce sui rispettivi blog i colleghi Leo Turrini del Quotidiano nazionale e Umberto Zapelloni della Gazzetta dello sport. Marchionne, sostengono, non avrebbe mandato via Sassi, bensì lo avrebbe chiamato a ricoprire un ruolo importante all'interno di Fiat Chrysler: responsabile dei motori elettrici e ibridi di tutto il gruppo Fca, proprio il fronte che fino a questo momento aveva evidenziato le maggiori carenze rispetto alla concorrenza. L'ingegnere, per undici anni responsabile dei motoristi a Maranello, si dovrebbe occupare in particolare del progetto Pacifica, il monovolume ibrido venduto negli Stati Uniti. Altro che cacciato, dunque: il tecnico italiano sarebbe stato promosso. Eppure, anche se questa indiscrezione non confermata si dovesse rivelare attendibile, il giallo non solo non sarebbe sciolto, ma al contrario si infittirebbe. Perché fissare le tempistiche di questo avvicendamento proprio nel bel mezzo di un Mondiale di Formula 1 così combattuto, e addirittura una settimana prima del debutto, previsto per Silverstone, di un nuovo e decisivo aggiornamento del motore ibrido? E perché non sbandierare pubblicamente la scelta di conferire un incarico così importante ad un ingegnere rivelatosi capace e competente, ma al contrario lasciarla avvolta nel silenzio più completo? Quella di lavorare tanto e parlare poco è stata una filosofia teorizzata dallo stesso Marchionne fin dall'inizio della stagione, e ha indiscutibilmente funzionato. Ma a volte stare zitti può far pensare che dietro si nasconda qualcosa di indicibile. E potrebbe perfino minare la serenità e gli equilibri interni ad una squadra che, al momento, ha solo bisogno di procedere unita verso il suo obiettivo.