27 agosto 2025
Aggiornato 23:30
Cessione Milan

Berlusconi, niente compromessi: no alla presidenza onoraria

Sembra non ci siano margini alla trattativa per continuare a vedere Silvio Berlusconi alla presidenza - seppur onoraria - del Milan. Il numero uno rossonero uscente accetterebbe solo se gli venisse concessa autonomia decisionale su questioni societarie e tecniche. Pretesa naturalmente inaccettabile.

MILANO - Sulle pagine del Diario Rossonero l’avevamo anticipato qualche giorno fa (era il 17 febbraio) in questo modo: «Immaginate un personaggio vulcanico come Silvio Berlusconi costretto a restare ingessato nel suo ruolo di competenza - una presidenza onoraria del tutto virtuale - senza alcun potere decisionale nè spazio per scegliere il Brocchi di turno? Decisamente impensabile».

Ebbene, quella che fino a un paio di giorni fa sembrava solo un’indiscrezione da bar dello sport assume ogni ora che passa una valenza sempre maggiore. Silvio Berlusconi sta per dire no all’offerta di Yonghong Li, patron di Sino-Europe Sports e nuovo proprietario dell’Ac Milan, di restare presidente onorario del club.

La pretesa di Silvio

Le ragioni sono semplicissime. Il Cavaliere, dopo 31 anni passati alla guida del club, ritiene di avere l’esperienza, il carisma e la competenza giusta per continuare a guidare la squadra e riportarla in cima al mondo come già fatto tre decadi fa. Il problema è che da allora troppe cose sono cambiate nel mondo del calcio, il Milan dell’ultimo quinquennio è precipitato inesorabilmente anche grazie alle scelte insensate del duo Berlusconi-Galliani ed è oggettivamente inimmaginabile che un nuovo proprietario, dopo aver investito quasi un miliardo di euro per acqustare il club, decida poi di far continuare a comandare il vecchio titolare.

Nessun compromesso

Tutto talmente tanto logico che non si capisce come l’imperatore di Arcore possa pretenderlo. Eppure è così, nelle pieghe di un accordo mai formalizzato con Sino-Europe Sports esisteva la disponibilità di Berlusconi ad accettare la presidenza onoraria, ma solo a patto che gli venisse riconosciuta autonomia decisionale e voce in capitolo anche per quanto riguarda le questioni di campo. 

Richiesta tanto assurda quanto inaccettabile da parte di Yonghong Li e Marco Fassone. E allora prepariamoci a dire addio definitivamente a Silvio Berlusconi alla guida del Milan. Sono stati 31 anni meravigliosi, indimenticabili, fantastici, impreziositi da ben 29 trofei nazionali ed internazionali. Ma la vita va avanti e adesso è il momento dei cinesi.