28 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Calcio - Serie A

Milan, ora Niang è un problema

Il lungo periodo negativo vissuto dal francese rimette in discussione le strategie della società rossonera: puntare ancora su di lui o provare a cederlo al migliore offerente? In via Aldo Rossi non sembra esserci la fila di pretendenti, quindi toccherà a Montella insistere per rigenerarlo.

MILANO - Che fare con Niang? La questione si fa sempre più delicata. Al termine del match vinto contro il Cagliari, Vincenzo Montella ha provato a coccolare il francese, invitando tutto l’universo Milan a fare altrettanto: «Sarò un visionario, ma io Niang lo vedo in crescita. Mi piacerebbe che fosse un po' più coccolato dall'ambiente. Ha fatto una grande partita soprattutto dal punto di vista difensivo. Ha qualità e può crescere tanto».

La verità è che il tentativo del tecnico rossonero sa quasi di mission impossible. È vero che l’atteggiamento dell’ex Montpellier contro i sardi è stato leggermente più propositivo e meno indolente delle ultime prestazioni, ma è altrettanto innegabile che poche volte su un campo di calcio prestigioso come quello di San Siro si è visto un calciatore sbagliare tutto, ma veramente tutto nell’arco di una partita.

Segni di miglioramento

Le pagelle di Niang contro il Cagliari sono state un variopinto susseguirsi di 4, 4,5, al massimo 5 per i più accomodanti, certo in crescita rispetto al 3 di media incassato in casa con il Crotone e all’Olimpico contro la Roma, ma pur sempre inaccettabile per una squadra come il Milan che avrebbe bisogno come il pane delle accelerazioni e delle cavalcate del francese. Ad inizio campionato era stato proprio lui una delle note più liete di stagione per la banda Montella: gol, assist, rigori conquistati (e per fortuna lasciati ai compagni di squadra), una partecipazione continua al gioco della squadra, un impegno costante premiato da ottimi risultati.

In principio fu l’influenza 

Poi come per incanto, colpa inizialmente di una brutta influenza, in casa Niang si è spenta la luce e da allora - ormai sono passati almeno due mesi - il ragazzo nativo di Meulan-en-Yvelines sembra aver perso la bussola. Oggi ci si interroga su come regolarsi per il futuro, perchè va bene che stiamo parlando di un calciatore giovanissimo (dicembre 1994) e quindi ancora con importanti margini di crescita, ma i segnali che arrivano non vanno sempre in quella direzione. Anzi, analizzando la carriera di Niang, troppo spesso siamo stati costretti ad usare il termine «involuzione» per fotografare lo stato di forma del numero 11 rossonero.

Cosa fare adesso?

La questione è fin troppo lineare: insistere sulle innegabili doti fisiche del ragazzo e aspettare che finisca questo lungo momento negativo oppure venderlo al migliore offerente e, con i soldi incassati dalla sua cessione, provare ad investire in qualche altro settore di campo più bisognoso di acquisti, ad esempio il centrocampo? Un interrogativo al quale la dirigenza rossonera non è intenzionata a dare una risposta definitiva, probabilmente anche perchè alla porta di via Aldo Rossi, a differenza dell’anno scorso quando il Leicester si diceva pronto a spendere almeno 15 milioni per il suo cartellino, non sembra esserci nessuno disposto ad investire sul bizzoso talento di M’Baye Niang. E allora forse toccherà a Vincenzo Montella, con le doti di fine psicologo che tutti gli riconosciamo, provare a ricostruire l’autostima e la fiducia del ragazzo per tornare a godere delle sue sgroppate sulla fascia. Ci riuscirà? È quello che si augurano i tifosi del Milan.