28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Calcio

Sky Sport: “Dubbi sul ruolo di Berlusconi nel nuovo Milan cinese”

Aumentano le perplessità circa le mansioni dell’attuale presidente nel futuro organigramma societario rossonero, e spunta anche la grana Galliani

MILANO - Archiviato il derby e in attesa della prossima giornata di campionato ad Empoli sabato pomeriggio, il Milan butta più di un occhio alle questioni societarie con la chiusura della trattativa col gruppo cinese confermata al 13 di dicembre e che non sembra in discussione per divergenze economiche fra la cordata asiatica e Silvio Berlusconi, anzi, l’attuale proprietario milanista ha confortato tutti affermando di avere fiducia nei capitali di stato provenienti da Pechino, eppure qualche crepa nell’affare c’è. Già, perché lo stesso Berlusconi è stato chiaro ed inequivocabile circa il suo prossimo ruolo nel Milan: «Se i cinesi mi offrissero la carica di presidente onorario accetterei volentieri - ha rivelato il Cavaliere - ma non per fare l’uomo di facciata, bensì vorrei avere potere decisionale nella campagna acquisti e pure nel modulo tattico che dovrà tenere la squadra». Sembra di risentire le parole di Paolo Maldini che giusto poche settimane fa aveva rifiutato la carica di responsabile dell’area tecnica per gli stessi motivi; ma non basta, perché Berlusconi ha posto un’altra condizione per restare nell’organigramma rossonero, ovvero avere affianco a sé ancora il suo fido scudiero Adriano Galliani: «E’ con me da oltre trent’anni e merita il ruolo di presidente vicario - ha detto baldanzoso il presidente - per cui lo dirò ai cinesi: o resta anche Galliani o niente».

A chi il passo indietro?

Una grana non da poco per i nuovi proprietari che pensavano di aver sistemato tutto piazzando Marco Fassone a fare l’amministratore delegato, Massimo Mirabelli ad occuparsi del lato tecnico come direttore sportivo, Silvio Berlusconi a godersi un ruolo istituzionale, quasi da senatore a vita del calcio e, chissà, magari una ex gloria di campo a colmare il vuoto che Paolo Maldini non ha voluto riempire. E invece la cordata cinese che il 13 dicembre si insedierà a Milanello deve fare i conti con un agguerrito Berlusconi che di fare il presidente onorario senza incarichi operativi non ne ha voglia, anzi, di più, vuole tirarsi dietro anche Galliani, minacciando, per modo di dire, i nuovi padroni milanisti con una sorta di aut-aut, «O Galliani o muerte!». I cinesi, stando a quanto riportato da Peppe Di Stefano, inviato a Milano per la redazione sportiva di Sky, non vorrebbero creare una spaccatura con l’attuale dirigenza e sembra escluso che possano rinunciare a Silvio Berlusconi perché creerebbero un grave d’anno di immagine appena arrivati. Sempre secondo Sky, però, la cordata asiatica non sembra essere intenzionata ad assecondare tutte le richieste del presidente, anche perché gli acquirenti provenienti dalla Cina non stanno acquistando il 50% o il 51% del Milan, stanno per diventare proprietari del 99,3% e non tollererebbero di veder comandare Berlusconi coi loro soldi. Intenzioni legittime che cozzano però con le altrettanto legittime (da parte sua) del Cavaliere: urge dunque una mediazione e un passo indietro di qualcuno. Già, ma di chi?