28 marzo 2024
Aggiornato 19:30
Clima pesante nel reparto tecnico della Rossa

Fuga di cervelli dalla Ferrari: lasciano altri due tecnici

A luglio se n'era andato il direttore tecnico James Allison, ad agosto il capo aerodinamico Dirk De Beer. E sono nell'ultimo weekend hanno salutato Maranello anche Antonio Spagnolo e Corrado Lanzone. Scappano gli ingegneri?

Le due Ferrari di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen in azione
Le due Ferrari di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen in azione Foto: Ferrari

MARANELLO – Continua la grande fuga dalla Ferrari. Solo nell'arco dell'ultimo fine settimana, altri due tecnici di primo piano hanno detto silenziosamente addio a Maranello. Il primo è Antonio Spagnolo, che fu ingegnere di pista di Kimi Raikkonen nella stagione iridata del 2007 e che dall'anno passato era stato promosso a capo dei gommisti: il tecnico di Udine ha accettato la proposta della Williams, dove si dedicherà proprio a studiare le vetture dei rivali (Rossa compresa), nel tentativo di carpirne quei segreti che potranno consentire alla squadra di Sir Frank di crescere ancora. «La Williams è determinata a continuare il lavoro positivo che sta svolgendo dal 2014 grazie anche al rafforzamento del team: l'obiettivo è diventare ancora più forti – ha commentato il direttore tecnico Pat Symonds – Siamo concentrati sul miglioramento delle prestazioni e credo che Antonio darà un prezioso contributo a questo processo». Il secondo addio è ancora più pesante: quello di Corrado Lanzone, che al Cavallino rampante militava da ben vent'anni. Da ingegnere di produzione era cresciuto fino a diventare responsabile dell'ingegneria meccanica e, negli ultimi cinque anni, il direttore della produzione di tutte le componenti delle vetture. Un ruolo che, nell'ambito della riorganizzazione voluta dal presidente Sergio Marchionne e dal team principal Maurizio Arrivabene, è stato inglobato in quello del boss dei telaisti, Simone Resta. Dunque, al 52enne genovese non è restato che fare i bagagli ed andarsene: non si sa verso quale approdo, visto che la Ferrari non ha nemmeno ritenuto di diramare un comunicato stampa ufficiale per salutarlo alla fine di questa lunga e onorata collaborazione.

Quattro partenze in due mesi
Intendiamoci, il mercato degli ingegneri, in Formula 1, è mobile e vivace almeno quanto quello dei piloti, dunque non è affatto insolito che dei tecnici, anche di alto profilo, anche rimasti per lungo tempo nella stessa squadra, decidano di cambiare aria. Un po' più insolito è che di addii come questi se ne verifichino ben quattro nell'arco di pochi mesi: poco prima di Spagnolo e di Lanzone, infatti, avevano lasciato ad agosto Dirk De Beer, ex capo dell'aerodinamica, e ovviamente il direttore tecnico James Allison, il cui noto divorzio si è consumato a luglio. Se, come diceva la più famosa giallista della storia Agatha Christie, «un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova», figuriamoci quattro. Quattro addii fanno indubbiamente una prova: la prova che nel reparto tecnico della Ferrari si continua a respirare un'aria pesante, che il clima in squadra non è tornato quello disteso e ottimista che tanto servirebbe per riprendere la difficile rimonta nei confronti della Mercedes. E, soprattutto, che nella Scuderia non si è ancora trovata quella continuità che in Formula 1 rappresenta uno dei valori più preziosi. Tanto che ad averla chiesta a gran voce ai suoi capi, nelle scorse settimane, era stato perfino il pilota numero uno del team: Sebastian Vettel.