Milan, Berlusconi shock su Donnarumma: «No a 80 milioni»
L’ultima uscita pubblica del presidente rossonero ha del sensazionale: «Per Donnarumma rifiuterei anche 80 milioni». Senza voler entrare nel merito della rivelazione berlusconiana, sono ancora tanti i punti oscuri nella trattativa per la cessione del Milan ai cinesi, primo tra tutti l’identità dei possibili acquirenti.
MILANO - Va bene, siamo in piena campagna elettorale, quindi - come si dice in questi casi - vale tutto. Ma la sovraesposizione mediatica di Silvio Berlusconi sta rischiando di mandare letteralmente fuori di testa i malcapitati tifosi rossoneri, sbatacchiati a destra e manca dalle continue esternazioni del vulcanico presidente del Milan.
L’ultima, solo in ordine cronologico, riguarda l’uomo su cui tutto il popolo milanista confida per tornare a riveder le stelle, Gigio Donnarumma, il fenomenale portiere cresciuto nel vivaio del Vismara e diventato titolare inamovibile del club di via Aldo Rossi ad appena sedici anni. Ebbene, a margine di uno dei suoi soliti interventi televisivi, stavolta a Telelombardia, Silvio Berlusconi ha dichiarato: «Per Donnarumma sono pronto a rifiutare perfino 80 milioni, ma per me è incedibile».
I dubbi sulla trattativa
Ora, senza volersi soffermare troppo sull’autenticità dell’accaduto (per quanto sia indiscutibile il talento del ragazzo, viene difficile pensare che qualcuno possa arrivare ad offrire una cifra del genere per un ragazzino appena affacciatosi al calcio che conta), sono altre le questioni su cui forse vale la pena di riflettere.
Siamo sicuri che sotto questa raffica di proclami e di esternazioni pro-cinesi, secondo le quali Silvio Berlusconi sarebbe ormai entrato nell’ordine di idee di privarsi del Milan ma solo a patto che i nuovi acquirenti rispondano a determinati requisiti, non ci sia la fregatura?
Qualcosa non quadra
Perché così, a naso, sono diversi gli aspetti che non quadrano. Il primo - e fondamentale - è che sembra piuttosto strana l’eventualità secondo cui in caso di cessione del pacchetto di maggioranza del club i nuovi proprietari sarebbero disposti a lasciare le chiavi della cassaforte e assoluto potere gestionale alla vecchia dirigenza. Si tratterebbe di un’operazione assolutamente sui generis che poco ha a che vedere con il mondo della finanza. Qualcosa di simile - anche se dai contenuti diversi - alla trattativa lunga, estenuante e sfinente, grazie alla quale Silvio Berlusconi voleva farci credere che esistevano imprenditori asiatici misteriosi, guidati da quella vecchia volpe di Bee Taechaubol, disposti a pagare 480 milioni di euro per acquistare la minoranza di un club allo sbando come il Milan.
Ok, il prezzo è giusto
Com’è, come non è, quando si tratta di cessione della società di via Aldo Rossi ci ritroviamo sempre ad analizzare situazione di incomprensibile lettura. Stavolta quanto meno ci ritroviamo di fronte a cifre congrue, ma non è ancora ben chiaro che tipo di voce in capitolo vorranno riservarsi i potenziali nuovi proprietari. La speranza di tutto il popolo rossonero è che questi fantomatici cinesi facciano in fretta a materializzarsi, a rassicurare tutto l’universo Milan e a spiegare nel dettaglio i programmi per riportare l’ex club più titolato al mondo ai successi che gli spettano. Con o senza Berlusconi e Galliani.