Il consiglio dell'ex: «Viñales, non andare con Vale»
Kevin Schwantz, campione del mondo in classe 500 e bandiera della Suzuki, consiglia al giovane spagnolo di seguire le sue orme: «La sua è una moto vincente. E da compagno di Rossi rischia di essere stritolato».

ROMA – Ogni giorno che passa, Maverick Viñales sembra sempre più convinto a rifiutare l'offerta della Yamaha per restare in Suzuki. E, se i cinque milioni all'anno messi sul piatto dalla casa giapponese, se il primo podio nella sua carriera in MotoGP ottenuto domenica proprio con questa moto, non fossero stati sufficienti a prendere una decisione definitiva, oggi è arrivato anche il consiglio di un illustre ex. Kevin Schwantz, ex campione del mondo in classe 500 nonché bandiera della Suzuki, per cui corse durante tutta la sua carriera, sostiene infatti che il giovane talento spagnolo dovrebbe seguire le sue orme: «Se fossi nella posizione di Maverick e cercassi di prendere una decisione intelligente, dal punto di vista della mia carriera ma anche del business, resterei alla Suzuki – ha commentato la leggenda del Motomondiale al sito specializzato Motorsport – Penserei: 'Se riuscissi a qualificare la moto solo un po' più avanti e a partire meglio, potrei vincere. Potevo essere nelle prime posizioni in ogni gara finora'. La cosa più facile da fare sarebbe guardare a dove è partito e dove ha concluso la gara di Le Mans, domenica. Se non si fosse scavato un buco con una brutta partenza, Maverick avrebbe potuto fare quel che ha fatto Rossi: rimontare e lottare con Dovizioso e Marquez, anche prima che cadessero. Il passo di Maverick a metà gara era simile a quello di Rossi».
Per Rossi è una moto vincente
Secondo Schwantz la Suzuki non ha poi più molto da invidiare alla Yamaha: «Ho passato un bel po' di tempo con i tecnici Yamaha prima della gara di Austin e ho chiesto loro cosa Rossi pensasse della Suzuki. Loro mi hanno risposto che Rossi pensa che, nelle giuste mani, la Suzuki è una moto vincente. Ha un'ottima manovrabilità, frena alla grande, è veloce quanto la Yamaha sul dritto... In pratica, Rossi ha detto che potrebbe vincere se avesse un pilota in grado di mettere insieme le prestazioni per tutto il weekend: qualifiche, buona partenza e condotta di gara». Insomma, prosegue il campione americano, un Lorenzo o un Marquez quest'anno avrebbero già potuto vincere una gara con la Suzuki. Perfino la velocità di punta, che l'anno scorso era il principale tallone d'Achille della moto nipponica rispetto alle rivali Yamaha e Honda, sarebbe un problema ormai risolto: «Ovviamente le Ducati restano le più forti, ma se guardate al Qatar o all'Argentina quest'anno, il passo della Suzuki sul dritto era quasi identico a quello della Yamaha».
Un compagno scomodo
E poi, naturalmente, non va dimenticato il rischio che Viñales correrebbe da compagno di squadra di Valentino: «Il problema di andare alla Yamaha è avere Rossi al tuo fianco – prosegue – Se ti stritola, se ti batte in qualifica e in gara, il tuo valore finisce nella spazzatura. Mentre, rimanendo alla Suzuki, non hai quel tipo di pressione. Puoi lavorare su te stesso, migliorare gli aspetti che servono, e diventare un pilota più completo. E si spera che, come ho detto, troverai una moto capace di lottare con Yamaha e Honda. Serve solo che il pilota costruisca la combinazione necessaria di abilità, intelligenza ed esperienza».
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