28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
Calcio - Serie A

Berlusconi assente ingiustificato alla prima di Brocchi

All’ultimo momento il presidente rossonero ha preferito evitare il confronto con la stampa e la presentazione di Brocchi è toccata a Galliani. Il nuovo tecnico rossonero ha ringraziato Mihajlovic e ha disegnato le nuove linee guida della sua squadra: «Voglio un Milan aggressivo e con una mentalità vincente».

MILANO - Vado, non vado. Un’intera giornata a sfogliare la margherita, poi alla fine ha prevalso il buon senso e il presidente del Milan è rimasto a casa mentre ad Adriano Galliani è toccato il compito di presentare ai giornalisti il nuovo allenatore del Milan e spiegare il perché di una scelta tanto incomprensibile quanto impopolare. A portare Berlusconi verso più miti consigli e rinunciare così ad un’esposizione mediatica che avrebbe potuto essere letale per la sua autostima, ha contribuito indubbiamente l’inattesa - ad Arcore - raffica di critiche piovute sul suo conto dopo la aver liquidato in malo modo Sinisa Mihajlovic e promosso al rango di allenatore affermato il neofita Cristian Brocchi. 

Decisione condivisa

Così, ad immolarsi davanti al fuoco di fila dei giornalisti nella conferenza stampa di presentazione dell’ex tecnico della Primavera, come al solito ha pensato il buon Adriano Galliani. L’amministratore delegato, dopo aver tentato maldestramente di sviare sul nuovo allenatore rossonero tutte le attenzioni dei colleghi, ha chiarito un punto chiave della questione: «Sono accanto a lui da oltre 30 anni nel calcio e da oltre 36 per quanto riguarda le tv e con il presidente Berlusconi ci parliamo, ci confrontiamo, poi si arriva ad una decisione condivisa, quindi si tira dritti. La società è una, c'è dialettica ma quando prendiamo una decisione e la condividiamo, non si discute più».

Galliani: «Serviva qualcosa di nuovo»

Maniera gentile per confermare una totale distonia tra i due nella gestione dell’affaire Mihajlovic. Galliani avrebbe voluto continuare con il serbo e comunque mai e poi mai l’avrebbe sostituito con Brocchi. Ma tant’è, è il proprietario che decide, quindi alla fine il fido Adriano ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. «Sinisa Mihajlovic ha fatto un buon lavoro - il saluto dell’ad al tecnico appena licenziato -, ha ottenuto buoni risultati, siamo in finale di Coppa Italia, siamo sesti in questo momento in campionato, ma abbiamo pensato che servisse dare qualcosa di diverso alla squadra e da qui la scelta di Brocchi».

Brocchi: «Grazie a Mihajlovic»

E lui, il diretto interessato, come si appropinqua a questo cambiamento epocale della sua ancora giovane carriera d’allenatore? «Voglio proseguire sulla strada della cultura del lavoro che questo gruppo ha - le prime parole di Brocchi da tecnico del Milan - perché la squadra ha fatto un ottimo percorso da questo punto di vista, li ho visti all'opera e ho sempre apprezzato un gruppo di ragazzi che ha voglia di lavorare e di allenarsi e di questo va dato merito a Mihajlovic e al suo staff».

Bonaventura dietro le punte

Ovvio però che qualcosa dovrà cambiare rispetto al recente passato e, oltre ad una nuova metodologia di lavora, la prima novità sarà di carattere tattico, il ritorno al modulo con il trequartista richiesto espressamente dal presidente Berlusconi: «Nel mio percorso ho usato sia il 4-3-1-2 che il 4-3-3. A me piace giocare con una difesa a 4 e un centrocampo a 3 e nel tridente offensivo mi è sempre piaciuto giocare con alternative diverse. Con la Primavera in questa seconda parte di stagione ho giocato con il trequartista. In prima squadra ci sono calciatori ideali per fare quel ruolo e Bonaventura e Honda sono due di quelli che possono farlo. Dipenderà da quanta interpretazione del ruolo riusciranno a dare alla squadra».

La promessa di mister Brocchi

La vera novità rispetto al recentissimo passato firmato Mihajlovic, almeno nelle intenzioni del nuovo tecnico della prima squadra, dovrebbe essere l’atteggiamento e l’approccio alla gara: «L’aspetto mentale è di fondamentale importanza, io ho sempre chiesto alle mie squadre di attaccare e di non essere passivi. Ovvio che si tratti di un percorso, è normale che tutto non può arrivare subito. Però ho iniziato a parlarne ieri con i ragazzi. Voglio vedere un Milan aggressivo e in grado di fare possesso palla, sarà questa la richiesta che farò espressamente ai ragazzi. L'obiettivo deve essere quello di avere una mentalità offensiva e tenere il più possibile il pallone per trovare la giocata giusta».