Veloce ma fragile: tutti i guai della Ferrari
Ai dati positivi che arrivano dal fronte delle prestazioni si affiancano quelli negativi per l'affidabilità della nuova SF16-H. Ma a Maranello non c'è aria di resa: il team principal Maurizio Arrivabene promette un lavoro instancabile

ROMA – «Veloce come la Mercedes, ma delicata come il cristallo». Le parole scelte dal quotidiano La Stampa per la cronaca dell'ultimo Gran Premio in Bahrein sintetizzano alla perfezione il dualismo che la Ferrari vive dopo le prime due gare del Mondiale di Formula 1. «Per raggiungere le frecce d'argento – approfondisce Giedo van der Garde, ex pilota e oggi opinionista per il giornale olandese De Telegraaf – hanno dovuto spingere ogni componente al limite. Al punto di rischiare spesso delle rotture». E le rotture, in questo inizio di stagione 2016, in effetti non sono mancate. Kimi Raikkonen ha dovuto gettare la spugna al debutto in Australia con il cofano motore in fiamme, mentre nella corsa di domenica a Sakhir Sebastian Vettel non è riuscito nemmeno a schierarsi sulla griglia di partenza: il suo propulsore è andato in fumo comicamente già durante il giro di formazione. A questi guasti vanno poi aggiunti quelli manifestati a ripetizione durante i test pre-campionato di Barcellona. Risultato: in classifica piloti Raikkonen è quarto, con 18 punti (la stessa quota di Grosjean, che guida quella che dovrebbe essere la «sorella minore», la Haas), mentre Vettel addirittura sesto a quota 15. Meno di un terzo del leader Nico Rosberg.
A Maranello si preparano gli straordinari
Se non è ancora giunto il momento di far scattare un allarme affidabilità a Maranello, poco ci manca. Il boss Maurizio Arrivabene ha provato a buttare acqua sul fuoco, circoscrivendo il problema ad una semplice valvola o ad un iniettore, come a dire che a lavorare male non sono stati i tecnici ferraristi, ma i fornitori esterni. «Non ci è mai successo prima», ha aggiunto. Ma voci di paddock suggerirebbero che la questione sia decisamente più seria, e che riguardi un errore nel progetto del turbo. L'unica certezza è che in officina si lavorerà «anche al sabato e alla domenica» per comprendere e risolvere quello che non ha funzionato, promette sempre il solito Arrivabene.
Segnali promettenti
Ma non tutto è nero per la Rossa. Il lato positivo è che se il dito di Raikkonen non fosse scivolato dalla leva della frizione alla partenza, il finlandese, tempi alla mano, avrebbe potuto addirittura lottare con Rosberg per la vittoria finale. «Forse, e sottolineo forse, questo ha compromesso le sue chance di vittoria», ha dichiarato il team principal, corroborato dal suo pilota: «Alla fine mi sono avvicinato sorprendentemente a Nico». Dunque, se non solidissima, almeno la SF16-H si è confermata una vettura sufficientemente veloce da lottare per il titolo iridato. A patto che risolva i propri guai. «Non è l’ideale e non possiamo esserne orgogliosi – ammette Vettel – ma ci siamo preparati bene durante l’inverno, stiamo lavorando duramente e sappiamo che possiamo ancora migliorare». «Ovviamente non è l’ideale per il team finire la gara con una sola macchina – gli fa eco Raikkonen – In questo sport si spinge sempre al limite e a volte le cose possono andare male, questo non è ciò che vogliamo ma fa parte delle corse. Sappiamo di avere una buona macchina, ma ci sono alcune cose da migliorare e c’è ancora lavoro da fare».
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