19 aprile 2024
Aggiornato 19:00
La scelta di non scegliere

Le case battono Ecclestone. E la F1 non cambia

Dal 2018 nel Mondiale arriverà il motore low cost per i piccoli team. Ma i regolamenti tecnici rimarranno stabili per altri cinque anni, al contrario di quanto avevano proposto i boss del campionato. Nonostante la crisi economica e di spettacolo

GINEVRA – I costruttori vincono il loro braccio di ferro contro il patron della Formula 1 Bernie Ecclestone e il presidente della Federazione internazionale dell'automobile Jean Todt. La commissione F1, riunitasi ieri a Ginevra, ha infatti approvato il piano delle case per il futuro dei motori della massima Formula. Ferrari, Mercedes, Renault e Honda, insomma, si sono impegnate a partire dal 2018 a fornire i propri motori a tutte le squadre che ne faranno richiesta (impedendo così che si ripeta una crisi come quella che ha attanagliato la Red Bull, che alla fine della scorsa stagione ha rischiato di rimanere senza propulsori per il 2016) ad un prezzo calmierato a 12 milioni di euro a stagione, contro gli attuali 18-20.

I motori non si toccano
In cambio, però, le multinazionali dell'automobile hanno ottenuto che i boss del campionato eliminassero il loro piano originale: quello di introdurre un fornitore alternativo indipendente che producesse motori standard per i piccoli team, e di rivoluzionare il regolamento tecnico in modo da cancellare le attuali power unit, rivelatesi costosissime e poco premianti per lo spettacolo. Al contrario, i V6 ibridi sono destinati a rimanere stabili nella massima Formula fino almeno al 2020. Questo è quanto è stato votato dai rappresentanti della commissione, secondo le indiscrezioni trapelate al termine della riunione e pubblicate da numerose testate internazionali, dall'italiana Gazzetta dello Sport alla tedesca Auto Motor und Sport fino alla francese L'Equipe.

I capi depongono le armi
«Per ridurre ulteriormente i costi – aggiunge Auto Motor und Sport – si è deciso anche che dal 2018 si possano utilizzare solo tre cambi per vettura in ogni stagione». Bernie Ecclestone e Jean Todt, insomma, hanno perso su tutta la linea di fronte allo strapotere delle case automobilistiche, sempre più egemoni in questa Formula 1. Perfino l'idea dell'ex ferrarista di reintrodurre i rifornimenti di carburante in gara è stata accantonata senza troppi complimenti. Così, per l'ennesima volta il Mondiale a quattro ruote decide gattopardescamente di cambiare tutto perché niente cambi. Nonostante la sua crisi, ormai sempre più evidente ed irrefrenabile, economica e di spettacolo.