19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Volano i piatti

Ecclestone attacca Marchionne: «Distruggerà la F1»

Il patron del campionato si scaglia violentemente contro la Ferrari e la Mercedes, accusandole di pensare più ai propri interessi che al bene dello sport: «Siamo qui per fare spettacolo, non per fargli vendere più macchine»

ROMA – Ora è Bernie Ecclestone contro tutti. Non gli basta avere chiesto al presidente della Federazione internazionale dell'automobile, Jean Todt, di farsi cortesemente da parte e lasciargli decidere da solo il futuro della Formula 1. Ora il patron del campionato se la prende anche con le sue due squadre principali: Mercedes e Ferrari. Secondo lui, il loro attuale dominio in pista e nei regolamenti rischierebbe infatti addirittura di «distruggere» questo sport. Per le frecce d'argento, l'accusa è di avere tratto un vantaggio eccessivo dai regolamenti sui motori: «Stiamo aiutando un costruttore – ha dichiarato alla Bbc – Perché alla Ferrari, con il tipo di motori che costruisce, non fa grossa differenza, ma aiuta la Mercedes. Perciò distruggeremo la Formula 1 per via di un costruttore, che si ritirerà quando meglio crederà, come hanno fatto gli altri: Bmw, Toyota... Stiamo cercando di salvare questo sport, mentre queste persone stanno cercando di fare il proprio interesse».

Il killer col maglione
Con la Ferrari, invece, lo scontro diretto si è aperto quando Mr E ha tentato di introdurre un motore standard più economico per le squadre inferiori. E Maranello ha bloccato quest'idea con il diritto di veto che le viene concesso dal regolamento. Per la prima volta, dunque, anche la Formula 1 ha conosciuto il pugno di ferro di Sergio Marchionne, ribattezzato dagli inglesi in questa occasione «il killer col maglione». Ecclestone, ovviamente, non si è arreso, facendosi votare dal Consiglio mondiale della Fia un mandato speciale per prendere decisioni in autonomia, insieme al solo Todt, e scavalcando il parere delle squadre. Ma ancora una volta il Cavallino rampante si è messo di traverso, inviando una lettera firmata dai propri avvocati in cui sostiene che questo mandato sia illegale alla luce dei contratti esistenti che regolano i rapporti tra i team e i vertici dello sport.

Senza esclusione di colpi
Il caschetto più famoso del paddock, dal canto suo, intende proseguire dritto per la sua strada: «L'unica cosa che possiamo fare è ignorare ciò che ha detto la Ferrari e andare avanti – ribatte Bernie – Le rispondiamo: 'Avete una scelta: potete lasciare o andare all'arbitrato e vedere cosa pensano i giudici'. Pensiamo che in quest'ultimo caso vinceremmo facilmente». Non si tratta di una semplice guerra di potere, però, ma del disperato tentativo da parte di Ecclestone di risolvere la crisi di spettacolo e di audience televisiva del campionato: «Ci sono tante cose che possiamo e dobbiamo fare per riportare la F1 sulla strada dove dovrebbe essere, perché facciamo parte dello show business. Siamo qui per intrattenere il pubblico. Non per far vendere macchine alla Mercedes. O alla Ferrari».