24 aprile 2024
Aggiornato 19:00
C'eravamo tanto amati

Massa: «Alla Ferrari? Impossibile essere felici»

Come Fernando Alonso, anche il suo ex compagno di squadra Felipe Massa non riserva parole gentili alla Scuderia dove ha militato per otto anni: «Quando arrivò Fernando non ero più importante. Così è stato giusto andarmene»

ROMA«Separazione consensuale» è un termine che dalle parti di Maranello non trova posto nei vocabolari. Del resto, tutte le relazioni nate da un amore profondo, quando finiscono, lasciano l'amaro in bocca da entrambe le parti. E i lunghi matrimoni dei piloti con la Ferrari non fanno certo eccezione. L'ex beniamino dei tifosi Fernando Alonso, passato alla McLaren, oggi non perde occasione per distillare veleno all'indirizzo della sua precedente scuderia. E anche Felipe Massa, già compagno di squadra del grande Michael Schumacher, che nel 2008 sfiorò il Mondiale da compagno di squadra di Kimi Raikkonen, non vive il benché minimo rimpianto per essere stato appiedato dal Cavallino rampante. Anzi: «Diciamo che ho fatto la cosa giusta al momento giusto – commenta oggi, a distanza di due anni, il pilota brasiliano a Repubblica – Era arrivato il momento di cambiare. La mia storia con la Ferrari era stata molto bella, intensa, sincera, come gli applausi di Monza dimostrano. Ma era arrivato il momento di sentirmi di nuovo importante».

I danni di Alonso
La versione più gettonata è quella che il paulista non si sia mai pienamente ripreso dal gravissimo incidente del 2009, quando il suo casco fu colpito dalla molla persa da un'altra vettura, che lo costrinse ad una prolungata inattività dalle gare. E che la conseguente perdita di competitività abbia convinto alla fine la Ferrari, dopo ben otto anni di permanenza, a salutare Massa senza troppi complimenti. Ma il diretto interessato, invece, dà un'altra interpretazione delle vicende: la sua situazione è cambiata improvvisamente dopo l'ingaggio di Fernando Alonso nel 2010. «All'inizio ero importante – racconta Felipe – Poi le cose sono cambiate, quando è arrivato Alonso. Mi guardavo intorno e vedevo che improvvisamente non avevo più potere sulle cose, sui dettagli. Il nostro sport è fatto di dettagli. E quelli li puoi cambiare solo se hai potere. Il potere è tutto. E io l'avevo perso. Il sintomo più evidente era proprio quello: non mi sentivo più importante. E bastava incrociare lo sguardo della gente intorno a me per capirlo. Era impossibile essere felice».

Autocritiche e critiche vere
Massa definisce «sbagliato» l'approccio che ha portato la Ferrari a puntare tutto su un singolo pilota, ma ammette anche di essersi messo in discussione in prima persona durante quel periodo: «Tante volte ho pensato che avrei dovuto essere meno gentile – ammette – Più duro ed egoista. Però poi mi ritrovo a fare il bilancio della mia vita. Mi sono successe tante cose, ho rischiato la vita a Budapest, sono stato amico di una leggenda come Schumacher e di un ragazzo d'oro come Bianchi, ho attraversato due o tre epoche di questo sport, ho subito ingiustizie e visto porcherie di ogni tipo, sono stato costretto a lasciarmi superare dal mio compagno di squadra, ed è stato il momento peggiore della mia vita, ma ho anche vinto tanto e gioito e soprattutto mi sono divertito. Sono caduto spesso ma ogni volta che mi sono rialzato è sempre stato bellissimo. No. Non cambierei niente. Sono sempre stato me stesso, Felipe, e se il mio modo di essere mi ha causato qualche difficoltà, la mia forza mi ha permesso di superarle e di diventare un uomo e un padre migliore». E, oggi che è tornato ad andare forte con la Williams, non è in cerca di vendette verso i suoi ex critici: «Loro per primi hanno scritto cose belle, dopo. La coerenza è un problema loro. Se dovessi andare a dire "str..." a tutti quelli a cui ho fatto cambiare idea, non avrei più tempo per guidare!».