31 luglio 2025
Aggiornato 09:30
Allarme rosso

Il dilemma di Arrivabene: perché la Ferrari non va più?

Il podio di Sebastian Vettel a Silverstone non basta a cancellare una prestazione negativa: la rossa è stata più lenta delle Williams per tutto il Gran Premio di Gran Bretagna. E ora bisogna tornare a lavorare per capire il motivo

MARANELLO – Sulla scrivania di Maurizio Arrivabene al rientro dal Gran Premio di Gran Bretagna c’è solo un interrogativo: perché la Ferrari non è riuscita a lottare con la Williams a Silverstone? La stessa domanda che il team principal della rossa gira a tutta la sua squadra. Il podio conquistato, un po’ per fortuna e un po’ per capacità strategiche, grazie alla pioggia finale non basta infatti a cancellare la prestazione meno competitiva della stagione 2015. Il dato di fatto è uno, spietato: in condizioni di pista asciutte, il Cavallino rampante non è stato in grado di uguagliare il passo di Felipe Massa e di Valtteri Bottas, che per la prima volta hanno superato sia Sebastian Vettel che Kimi Raikkonen anche in qualifica. Così, si torna sempre al solito interrogativo: perché la Ferrari è stata solo la terza monoposto in ordine di velocità nello scorso fine settimana? «Penso che il bicchiere sia mezzo vuoto – analizza freddamente il numero uno sportivo di Maranello – perché abbiamo svolto un buon lavoro in termini di strategia e la pioggia ci ha aiutato, ma se la gara fosse stata asciutta invece che bagnata, il risultato sarebbe stato completamente differente. Bisogna andare avanti con umiltà e non montarsi la testa, perché abbiamo ottenuto il terzo posto grazie ad un grande pilota e ad una grande strategia, ma ci vuole anche una grande macchina. Perciò, se vogliamo essere seri, dobbiamo partire da qui e lavorare sul nostro programma».

Manca velocità
L’aspetto che preoccupa particolarmente Arrivabene è la velocità della SF15-T sul dritto: uno dei punti di forza ad inizio stagione, ora diventato apparentemente uno dei talloni d’Achille. Senza peraltro che, di pari passo, la vettura migliorasse nella percorrenza delle curve. «Dobbiamo discutere questo problema in casa – spiega – ma siamo stati lenti sui rettilinei senza guadagnare nulla nelle curve veloci. Questo è il problema. Se guardate a Barcellona, più o meno la storia è stata la stessa. Non voglio cercare scuse, perché questa è la stessa cosa che ho detto all’ultima gara in Austria, ma ci sono piste che giocano a nostro favore e altre in cui fatichiamo. Vorrei che i miei uomini fossero concentrati sui nostri punti deboli invece di guardare ai punti di forza». Un messaggio più che chiaro: cara Ferrari, la pacchia è finita. Farsi forza dei pur notevoli miglioramenti realizzati rispetto allo scorso anno non basta più. Per tornare a lottare per la vittoria occorre che gli ingegneri e i meccanici  si rimettano al lavoro, a testa bassa. E stavolta con più impegno che mai.