Berlusconi attacca, Inzaghi non si rassegna
Botta e risposta tra il numero uno rossonero e il tecnico piacentino, alla sua ultima panchina in rossonero prima dell’esonero ormai certo. Berlusconi è stato esplicito: « Abbiamo già una squadra molto forte, che non ha ricevuto un gioco all’altezza», ma Inzaghi ha fatto finta di nulla: «Ho un altro anno di contratto, posso dare ancora molto al Milan».
MILANO - Povero Pippo, costretto fino all’ultimo a queste conferenze stampa che stanno diventando per lui un autentico tormento. Lui che è sempre stato un uomo di campo, capace di rispondere alle provocazioni con i fatti (i gol) più che con le parole, adesso è messo alle corde dai continui attacchi di perfidi giornalisti da cui doversi divincolare, peraltro in maniera a dir poco maldestra.
L’ostinazione con cui Inzaghi ancora insiste nel volersi proclamare allenatore del Milan ad oltranza, fino a comunicazione ufficiale contraria, è quasi commovente, salvo poi sconfinare nel ridicolo appena lo si mette di fronte all’evidenza. Nemmeno la telefonata di Galliani che gli annunciava il tentativo di andare a prendere Ancelotti, e quindi il suo pressoché ufficiale licenziamento, sembra aver scalfito le certezze di Inzaghi, che così ha regalato ai cronisti un altro pomeriggio di sorrisi.
Berlusconi: «Il Milan è già forte ma non ha ricevuto un gioco»
E dire che le avvisaglie erano state fin troppo chiare, con le dichiarazioni di Silvio Berlusconi rimbalzate da Radio Montecarlo: «Spero proprio che Ancelotti torni sulla panchina del Milan il prossimo anno. A lui ci lega un affetto forte e poi lui è stato vincente in tutte le squadre dove ha fatto l'allenatore, nel Milan naturalmente, nel Chelsea, nel Psg, nel Real Madrid. E comunque voglio sottolineare che noi abbiamo già una squadra molto forte, solo che non ha ricevuto un gioco all’altezza».
Boom, Filippo Inzaghi colpito e affondato.
Inzaghi: «Non sono rassegnato»
Come se nulla fosse accaduto, il tecnico rossonero si è presentato in conferenza stampa con un’apparente serenità e all’inevitabile domanda sulle parole forti del presidente ha iniziato a sciorinare le sue perle di saggezza: «Non commento più quello che dice Berlusconi. Io ho ancora un anno di contratto e cercherò di preparare al meglio la prossima stagione, finché non mi verrà detto qualcosa. Dopo 10 mesi ho capito molto di più della rosa e dell'ambiente e sono convinto che questa squadra possa migliorare».
Nemmeno di fronte all’evidenza del viaggio di Galliani a Madrid per cercare di sedurre Cartello Ancelotti, Inzaghi ha mostrato segni di cedimento: «Nessun problema, sono stato avvisato per tempo. Sono grato al Milan e ho un contratto. Non sono rassegnato e spero di restare qui».
Inzaghi: «Parliamo della partita di domani»
Quasi increduli di fronte a tanta sfacciata e irriducibile pervicacia, i cronisti hanno tentato di insistere sull’argomento per riportare Inzaghi sulla terra, ma non c’è stato nulla da fare. L’unica risposta che il tecnico piacentino è stato in grado di dare è: «Per favore parliamo della partita di domani».
Eppure non dovrebbe essere difficile per un uomo di calcio come SuperPippo capire che di Atalanta-Milan non frega più nulla a nessuno, perché quella che si sta disputando adesso è una partita ben più importante: è in gioco il futuro dell’ex club più titolato al mondo.
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