Calcioscommesse, Salvini: «Il calcio è mafioso»
Il match fixing esiste da oltre trent'anni: ecco cos'é e come si può sconfiggere.
ROMA - Un’altra pagina nera dello sport italiano è stata consegnata alla storia. In manette sono finiti 15 calciatori, 6 presidenti di società sportive, 8 dirigenti sportivi, 10 scommettitori italiani, maltesi, russi, cinesi e serbi. Cinquanta, ad ora, le persone fermate dalla polizia. L’accusa è quella di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica, con l’aggravante di aver favorito organizzazioni mafiose e la ndrangheta in particolare. Le società coinvolte nello scandalo fanno parte della Lega Pro (ex serie C), della serie D, ma anche della serie B.
Il match fixing è realtà da oltre trent’anni
Quello delle ultime ore non è che l’ultimo scandalo nel mondo del pallone, e l’amara constatazione è che dietro l’affaire tristemente noto come «Calcioscommesse» non si celino singoli episodi isolati e circoscritti, ma un vero e proprio fenomeno di lunga data ben strutturato e figlio della criminalità organizzata. Tutto iniziò nel 1980, quando alcuni calciatori di serie A vennero arrestati dopo il fischio di una partita di campionato. Da lì in avanti fu un susseguirsi di scandali, arresti, blitz: fino ai più recenti avvenimenti del 2011. Il match fixing è realtà da oltre trent’anni, vive nelle zone grigie tra l’economia legale e illegale del mondo dello sport, si nutre di frode e malaffare e va a braccetto con la mafia.
Salvini: Il calcio è truccato, corrotto e mafioso
Sull’ultimo scandalo del mondo del pallone sono intervenuti anche i politici nazionali. Il presidente del Consiglio si è detto «disgustato» perché «il calcio è anche un valore aggiunto per l'immagine di un Paese all'estero e negli ultimi anni c'è sempre uno scandalo che ci lascia senza parole. E' arrivato il momento di cambiare totalmente il sistema.» Alle sue parole fanno eco quelle del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: «Il calcio è truccato, corrotto e infiltrato dalle mafie. Ci vorrebbe una commissione di inchiesta che chiarisca l'uso del finanziamento pubblico e un governo che si occupi seriamente di sport, non solo di proporre Olimpiadi a Roma», ha commentato il leader del Carroccio a margine dell’operazione «Dirty Soccer» che ha portato a una cinquantina di fermi.
Pippo Russo: Serve una Superprocura
Cosa fare dunque, dinnanzi a questo status quo? Come scrive Pippo Russo su calciomercato.com, sarebbe auspicabile l’istituzione di una Superprocura contro il Calcioscommesse: «Uno strumento che a noi pare indispensabile, tenendo conto della specificità e della portata di questo settore criminale. Ovviamente, al momento si tratta soltanto di un'idea tutta da articolare e da riempire di contenuti. Ma certo essa risolverebbe un primo, grave problema: quello del coordinamento e dell'implementazione delle attività investigative condotte dalle singole procure, che allo stato dei fatti rischiano di disperdere tempo e risorse seguendo separatamente filoni tra loro intrecciati, o di non condividere quadri investigativi e informazioni che se integrati renderebbero meno complesso il lavoro inquirente. Il mondo del calcio, attraverso i suoi attori istituzionali, si faccia carico di portare avanti una proposta del genere».
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