29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Non si spegne la polemica dopo gli attacchi del Dottore

Ducati ribatte a Rossi: «Caro Vale, il regolamento è equo»

Il direttore sportivo della rossa prosegue il derby italiano a distanza: «Dare vantaggi a chi non vince è un bene per il campionato». Gli obiettivi per il 2015? «Tornare alla vittoria. Ma sarà difficile: Honda e Yamaha sono perfette»

Valentino Rossi su Yamaha
Valentino Rossi su Yamaha Foto: ANSA

BORGO PANIGALE – In attesa di trasferirla in pista, il terreno più congeniale, la battaglia tra Valentino Rossi e la Ducati continua a distanza, a suon di dichiarazioni. Ad attaccare, la scorsa settimana, era stato il nove volte campione del mondo, definendo «ingiusto» il vantaggio che il regolamento Open concede alle case che non hanno ottenuto vittorie, come Suzuki, Aprilia e la stessa Ducati. Nello specifico, quattro litri di carburante in più, più gomme morbide posteriori a disposizione, dodici motori invece di cinque e nessuna restrizione di sviluppo o test.

La risposta di Borgo Panigale non si è fatta attendere: a rilasciarla è stato oggi il direttore sportivo Paolo Ciabatti, in un'intervista concessa al settimanale di lingua tedesca Speed Week. «Penso che questi vantaggi siano giusti – ha ribattuto – Del resto, spettano solo ai costruttori che non riescono a vincere delle gare: quando si vince, si perdono i benefici. Questo è un bene per il campionato: se si mantiene lo status quo, ogni anno avremo lo stesso vincitore. Se una casa vince, potrebbe anche ripresentarsi al via l'anno successivo senza sviluppare nulla».

Ma a quanto ammonta il reale vantaggio concesso da questi regolamenti alla squadra italiana? «All'inizio dell'anno, tutti pensavano che il maggior numero di gomme posteriori morbide ci avrebbe dato un enorme vantaggio – racconta Ciabatti – In molte qualifiche è stato così, ma in gara molto raramente: le abbiamo potute usare solo a Indianapolis e in Argentina. Nella maggior parte dei casi, ci sarebbero state più utili più gomme dure. Il più grande vantaggio per noi è stata la possibilità di sviluppare il nostro motore, di provare con i nostri piloti titolari e il maggior numero di propulsori che ci ha dato modo di provare cose diverse».

«Honda e Yamaha quasi perfette»

Non c'è dubbio, però, che Paolo Ciabatti rinuncerebbe volentieri a questi benefici, in cambio del ritorno della sua Ducati a quella vittoria che le manca ormai dal lontano 2010. «Il nostro obiettivo è ottenere molti podi e una vittoria – ha lanciato la sfida ai microfoni di MCN – È un obiettivo ambizioso, perché se non ci si pongono ambizioni non le si può raggiungere, ma non troppo. Vogliamo tornare presto a lottare per il titolo, anche se sappiamo che Honda e Yamaha sono moto quasi perfette e sono guidate da quattro dei piloti migliori del mondo». Per raggiungerle basterà l'arrivo del nuovo direttore generale Gigi Dall'Igna? «Gigi è arrivato da noi nel 2013 – ricorda Ciabatti – e senza aver cambiato troppi uomini ha rivoluzionato il modo di lavorare. Ora nel gruppo c'è più cooperazione tra gli ingegneri dell'elettronica, del telaio e del motore. Normalmente lavorano in modo indipendente, ma questi sono i tre elementi chiave della moto e bisogna trovare un compromesso tra loro perché il mezzo sia il migliore possibile».