La ricetta di Tavecchio: «Troppi stranieri, ora basta!»
Il nuovo presidente della Figc analizza la situazione del calcio italiano ed individua il vero problema: «Non si può andare avanti con tutti questi stranieri. Impossibile toccare i giocatori della comunità europea, il problema sono gli extracomunitari».
ROMA - Dopo una campagna elettoriale all’insegna delle polemiche per le presunte frasi di stampo razzista pronunciate da Carlo Tavecchio, sentire il nuovo presidente federale parlare di un «problema extracomunitari» fa certamente un certo effetto. Ma stavolta l’analisi è relativa all’impatto degli stranieri sul nostro calcio: «Da noi ci sono troppi stranieri, non è possibile andare avanti così. I giocatori dei 28 paesi della comunità europea non possono essere toccati, hanno titolo per giocare anche 11 su 11 perché siamo in Europa. Il problema – dice Tavecchio ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport su Radio 1 - sono gli extracomunitari. Riceviamo in quantità industriale giovani che vengono collocati su questi mercati, molti hanno fortuna ed altri no. È difficile intervenire sull'aspetto giuridico, invece bisogna costruire dal basso il discorso. La Lega dilettanti sta creando 19 centri federali per offrire un bacino d'utenza di 700mila giovani al mondo professionistico in modo razionale, per far si che le società possano vedere in questo mare di giovani i potenziali campioni».
URGE LA RIFORMA DEI CAMPIONATI - La ricetta del nuovo numero uno del calcio italiano è chiara: «La prima cosa da fare è avviare il processo di riforme e la riforma dei campionati è la madre di tutte le battaglie. Ma non flagelliamoci più di quella che è la reale situazione. Veniamo dalla brutta esperienza dei Mondiali, stiamo per aprire una stagione di riforme ma abbiamo la forza di essere una società di persone serie, di italiani con la voglia di crescere. Io sono fiducioso: se le componenti capiranno che il momento è delicato, non possiamo che guadagnare tempo e pazienza e partire».
Secondo Tavecchio, poi, «con i club bisogna agire da un punto di vista nuovo perché la serie A vive quasi totalmente di diritti tv e gli altri, la B e la Lega Pro, di mutualità. Bisogna recuperare la funzione federale di controllo e verifica sul sistema globale. Nessuno può fare attività agonistica in Italia o in Europa senza la Figc, non c'è lega che può fare la Champions o l'Europa League. Bisogna ricominciare a mettere al posto giusto la federazione, con la sua authority e la sua competenza. Bisogna restituire alla federazione quella forza che era andata man mano diminuendo».
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