29 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Mondiali 2010

«L'Italia impari dalla Germania multietnica»

Lo si legge su Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo: «Il calcio modello di vita»

ROMA - L'Italia - triste, desolante, grigio topo - dovrebbe imparare qualcosa dalla Germania giovane e multietnica e «colorata» che è trionfalmente entrata oggi nei quarti di finale del Mondiale. Lo si legge su Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo. Domenico Naso spera in «un nuovo modo di intendere il calcio e, più in generale, la vita» e «la Germania, se ancora non eravate convinti, ha ribadito il concetto con quattro gol contro l'Inghilterra di Fabio Capello. È la Germania di Ozil (turco), Cacau (brasiliano), Bouateng (ghanese), Klose e Podolski (polacchi). È la Germania della nuova società multietnica, e tanti saluti al vecchiume imperante».

«Qualche lezioncina dagli amici teutonici, che ci hanno sfottuto per giorni già prima della nostra eliminazione (e dategli torto, se ci riuscite), dovremmo saperla prendere» scrive Naso. «E non ci fermiamo alla banalità circense del campo di calcio. Parliamo di qualcosa di ben più grande, di onnicomprensivo, dalla vita quotidiana ai rapporti con il diverso, con l'altro da sé». Insomma «la rappresentativa tedesca, giovane, colorata e affamata di futuro, ci pare esattamente lo specchio di quello che la Germania sta diventando. E lo stesso, al contrario, vale per l'Italia, che da azzurra e tricolore si sta trasformando in un triste, desolante e intorpidito grigio topo».

«La Germania non è un paradiso» prosegue: razzismo e xenofobia sono anche lì, ma «a differenza dell'Italia a quelle latitudini c'è una classe dirigente che se ne impipa, che non cede alle derive populiste e demagogiche, che non cavalca la paura, che preferisce perdere qualche voto pur di far progredire la società e il sistema».