Aritmia cardiaca, sintomi, diagnosi prevenzione e cure
Il dottor Carlo Maggio a Diario Salute TV «Esistono aritmie del tutto innocue che si presentano in età giovanile e altre che necessitano di approfondimenti e strumentazioni idonee»
Aritmia cardiaca è forse un termine non perfettamente corretto perché sembrerebbe indicare un’assenza di ritmo cardiaco. In realtà l’aritmia è un disturbo del ritmo cardiaco, spiega il dottor Carlo Maggio, cardiologo e nutrizionista a Torino. Il cuore ha un suo ritmo, batte regolarmente e normalmente con una frequenza che può variare dai 60 ai 100 battiti al minuto, con delle grosse variazioni tra gli sportivi.
Il ritmo del cuore
«Il ritmo del cuore si chiama ritmo sinusale perché origina dal nodo seno atriale. Tuttavia, a volte subentrano delle normali alterazioni del ritmo che vengono denominate aritmie. Un termine molto generico perché esistono diverse classificazioni delle aritmie. La prima viene fatta sulla base della loro insorgenza», continua il dottor Carlo Maggio.
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I vari tipi di aritmie
«Esistono le aritmie sopraventricolari che insorgono, cioè, dalla parte superiore del cuore, al di sopra dei ventricoli. O aritmie ventricolari che invece interessano la parte inferiore, ovvero a livello ventricolare. I ventricoli sono quella parte del cuore che pompano sangue nell’aorta e nell’arteria polmonare».
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Il dottor Carlo Maggio a Diario Salute TV: «Lo scompenso cardiaco è una patologia seria, importante, ma se trattata adeguatamente può consentire una buona prognosi».
La maggior parte non sono pericolose
«Diciamo che la maggior parte delle aritmie non sono pericolose se consideriamo che l’aritmia più frequente è data dalle extrasistoli, condizione che generalmente non crea problemi. Però, quando si esegue una diagnosi di aritmia bisogna poi capire di cosa si tratta. Esiste un tipo di aritmia considerata normale che si verifica soprattutto nei ragazzi e delle aritmie generalmente più complicate che necessitano di esami diagnostici particolari».
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Come si fa diagnosi di aritmia
«Intanto il paziente avverte il cuore che va troppo veloce, troppo lento o che il ritmo non è più regolare. In tal caso basta un semplice elettro-cardiogramma (Ecg) – un esame che registra l’attività elettrica del cuore a riposo – che è in grado di fornirci delle precise indicazioni. Tuttavia, l’aritmia non è sempre presente e si manifesta episodicamente. In ogni caso, abbiamo degli strumenti come l’holter che è in grado di misurare l’attività elettrica del cuore per 24 ore o una settimana. Esistono persino strumenti in grado di monitorarla per ben tre anni. Quindi nel caso di aritmie di un certo rilievo e significato clinico possiamo ricorrere anche a tali strumentazioni».
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Cosa fare per evitare aritmie?
«Ovviamente la prevenzione e lo stile di vita è sempre importante. Quindi bisogna non fumare e fare attività fisica regolare. Quest’ultimo è infatti un sistema per ridurre i battiti. Quindi le persone che hanno i battiti accelerati con l’attività fisica riescono a ottenere un rallentamento del cuore. Ci sono infatti atleti che hanno frequenze cardiache molto basse, intorno ai 40 battiti al minuto, quindi delle bradicardie sinusali che sono del tutto fisiologiche proprio perché si fa attività fisica», conclude il dottor Carlo Maggio.
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