«Quanto è felice quel bambino, ride sempre». Ma non era gioia: era un tumore al cervello
Una risata continua celava una grave malattia: si trattava di un tumore al cervello

Per qualunque genitore apprendere una notizia simile sarebbe stato scioccante: il loro piccolo non rideva spesso perché era felice ma perché una grossa massa tumorale stava invadendo il suo cervello. Chi mai avrebbe pensato un fatto simile? Fin da piccolissimo, Jack rideva molto, sembrava la rappresentazione della felicità e invece qualcosa di strano stava accadendo al suo corpo. Ecco tutti i dettagli di questa incredibile vicenda.
Un bambino tanti gioioso?
Il suo nome è Jack Young ed è un bambino della contea di Winscombe, situata nel North Somerset (Regno Unito). Il suo splendido sorriso ha sempre colpito tutte le persone che ha incontrato. Il piccolo, infatti, ha iniziato a fare i primi risolini due settimane dopo la sua nascita. E i genitori Gemma ed Ed erano estremamente felici di vederlo così gioioso. Tuttavia, un esperto di salute – una volta visto Jack – ha pensato che le sue risate avessero qualcosa di insolito. «Mi sentivo male al pensiero che un'altra donna avesse notato questo nel mio bambino, e come mamma, avrei dovuto essere io a rendermene conto», continuò Gemma. La mamma, di 32 anni, racconta che «il suono quasi ridicolo della sua risata è stato sempre costante e per molto tempo non abbiamo avuto la minima idea del motivo», ha spiegato Gemma.
Convulsioni
In realtà quelle che all’apparenza sembravano essere risate, a un esame approfondito sono risultate essere convulsioni gelastiche. Si tratta di una risata incontrollata che, in genere, non diverte affatto le persone che ne sono afflitte. Quasi sempre, però, sono causate da tumori cerebrali denominati amatomi ipotalamici.
Di quale tumore si tratta?
Per fortuna, l’amatoma ipotalamico è un tumore benigno. Quindi non c’è rischio che produca metastasi ma va comunque eliminato chirurgicamente. La risata gelastica che ne deriva è un sintomo molto raro – per questo difficile da riconoscere – ma è più comune nei soggetti giovanissimi o nei bambini. Colpisce un bambino su mille ed è determinato da improvvisi scariche di energia elettrica che producono attacchi epilettici sotto forma di lacrime o risate.
Un disco?
Inizialmente i genitori non ci fecero troppo caso alle esplosioni di gioia di Jack. Poi, però, videro che si manifestavano anche di notte fino a quando non sono arrivate a durare ben 17 ore. «Ridacchiava, ma sembrava andare avanti all'infinito, come un disco continuo», spiega Gemma. «Inizialmente, ero solo una nuova mamma che cercava di entrare in una nuova routine, ma dopo due mesi le cose sono diventate un po’ complicate e abbiamo dovuto spostare Jack al piano di sotto per dormire. E' stato estenuante, nessuno di noi dormiva e io stavo supplicando i dottori di fare qualcosa».
Cosa stava accadendo?
Purtroppo anche il pediatra non capiva per quale motivo il piccolo avesse cominciato a ridere sempre di più e quindi consigliò ai genitori di farlo visitare da un neurologo del Bristol Royal Hospital for Children. «Persino un'infermiera all'ospedale ha pensato che stesse solo ridendo e rimase scioccata quando si rese conto che la sua risata era il motivo per cui stavamo andando dal medico». La gente ci diceva che era un bambino felice, ma la sua risata non era una risata, era qualcos'altro. Non avevo idea di cosa potesse essere sbagliato in Jack, ma ero terrorizzata dal fatto che non potesse mai smettere», spiega Gemma.
Una risonanza magnetica
Alla fine i medici si videro costretti a effettuare una risonanza magnetica per capire il motivo della risata continua di Jack. «Il dottore ha detto che aveva un amartoma ipotalamico, il che significa che aveva un tumore benigno del cervello delle dimensioni di un'uva alla base del cervello, che causa convulsioni gelastiche. È stato un enorme sollievo sapere cosa c'era di sbagliato in lui, ma così tanto straziante allo stesso tempo da pensare che fosse passato attraverso tutto questo. Tutte le sue altre aree di sviluppo erano perfette, come il suo modo di parlare e capire, ma rideva continuamente», ha detto Gemma.
Poi, l’operazione
L’unico modo per dare sollievo a Jack e ai genitori, è stato quello di operarlo e, infatti, da quel momento in poi non ha mai più riso in quel modo. L’intervento e la malattia non hanno «influito sul fatto di mangiare i solidi a sei settimane o di camminare a un anno - anzi, stranamente, poteva camminare e ridere allo stesso tempo», racconta la mamma. «Il giorno dopo l'operazione, ci siamo resi conto che Jack non aveva ridacchiato neanche una volta, il che era una strana sensazione. Eravamo seduti in attesa che lo facesse, ma non lo ha mai fatto. Però quando lo abbiamo sentito ridere davvero per la prima volta è stato fantastico». Ora il piccolo è cresciuto e ha quattro anni. La sua salute è perfetta anche se i genitori ammettono che sono sempre in tensione quando lo vedono ridere molto mentre guarda i cartoni in TV.
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