12 giugno 2025
Aggiornato 14:30
Cardiologia

L’ipertensione arteriosa mette a rischio eventi cardiaci e ictus i giovani under 40

Ricercatori della Duke University scoprono che la pressione sanguigna alta mette a serio rischio di insufficienza cardiaca, trombosi e ictus le persone sotto i 40 anni di d’età

Soffrire di pressione arteriosa elevata, o ipertensione, mette a serio rischio di essere vittima di complicazioni ed eventi cardiovascolari come insufficienza cardiaca, trombosi e ictus. Ma tutto ciò non riguarda soltanto le persone anziane, riguarda infatti anche coloro che sono più giovani e sotto i quarant’anni d’età. Questo quanto scoperto dai ricercatori della in uno studio pubblicato sulla rivista JAMA.

Attenzione ai nuovi valori
Le nuove linee guida sulla pressione arteriosa sono stata rivedute. Per questo motivo, le persone di età inferiore ai 40 anni che hanno certi valori ora rientrano nel range di rischio per l’ipertensione arteriosa, secondo questa nuova definizione clinica. In virtù di ciò, si ha la possibilità di identificare le persone giovani a rischio e, nel caso, dare avvio ai trattamenti della condizione per ottenere un beneficio a lungo termine. «Questo è un primo passo per valutare se l’ipertensione, come definita dai nuovi criteri, è qualcosa di cui i giovani dovrebbero essere preoccupati come un potenziale precursore di problemi gravi – ha spiegato il prof. Yuichiro Yano, autore principale dello studio – Anche se questo è uno studio osservazionale, dimostra che le nuove linee guida sulla pressione sanguigna sono utili per identificare coloro che potrebbero essere a rischio di eventi cardiovascolari».

Lo studio
Il prof. Yano e colleghi della Duke hanno analizzato oltre 4.800 adulti con misurazioni della pressione arteriosa prima dei 40 anni, come parte del Coronary Artery Risk Development in Young Adults study (CARDIA), iniziato nel 1985. Circa la metà dei soggetti era di origine afroamericana e il 55% erano donne. I partecipanti allo studio sono poi stati suddivisi in quattro gruppi sulla base dei livelli di pressione arteriosa stabiliti nel 2017 dall’American College of Cardiology e dall’American Heart Association: il gruppo ‘Normale’, con una pressione arteriosa sistolica di 120 o inferiore e una pressione diastolica di 80 o inferiore. Il gruppo ‘Elevata’, con una pressione sistolica da 120-129 su meno di 80. Il gruppo ‘Ipertensione di stadio 1’, con valori 130-139 su 80-89 e, infine, il gruppo ‘Ipertensione di stadio 2’, con valori 140 o maggiore oltre 90 o maggiore. Dopo di che, il team di ricerca ha monitorato se i partecipanti fossero stati protagonisti di eventi cardiovascolari gravi in ​​un periodo di follow-up mediano di circa 19 anni.

I risultati
Durante il periodo di studio, si sono verificati 228 eventi cardiovascolari, con tassi di eventi più alti in coincidenza con i livelli di pressione arteriosa successivamente più alti. «Tra i giovani adulti, quelli con pressione arteriosa elevata, ipertensione di stadio 1 e ipertensione di stadio 2 prima dei 40 anni, come definito dalle linee guida 2017, avevano un rischio significativamente più alto per i successivi eventi cardiovascolari, rispetto a quelli con pressione arteriosa normale prima dei 40 anni», ha sottolineano, commentando i risultati finali dello studio, il prof. Yano.

Oltre al prof. Yano, altri autori dello studio sono: Jared P. Reis, Laura A. Colangelo, Daichi Shimbo, Anthony J. Viera, Norrina B. Allen, Samuel S. Gidding, Adam Bress, Philip Greenland, Paul Muntner e Donald M. Lloyd- Jones.
Lo studio ha ricevuto il sostegno del National Heart, Lung, and Blood Institute e del  National Institute of General Medical Sciences.

Riferimento: JAMA. 2018;320(17):1774-1782. doi:10.1001/jama.2018.13551.