La sedentarietà provoca più malattie del fumo e dell’alcol. E fa morire prima
Secondo un recente studio pubblicato su Jama, muoversi poco o non fare attività fisica aumenta il rischio di morte precoce più di una malattia allo stadio terminale

Un tempo c’era l’homo erectus, oggi c’è l’homo sedentarium. Stiamo parlando di una nuova razza che circola nel nostro pianeta, la quale possiede una caratteristica molto particolare: la poca voglia di muoversi. Con molta probabilità la sua routine quotidiana è fatta di pochi – semplici – ma fondamentali passi: stesi su un letto, poi seduti per la colazione, poi seduti in macchina, seduti su una scrivania, poi di nuovo in macchina e, per terminare la giornata, semi-sdraiati su un divano. Purtroppo, si tratta di una routine fin troppo comune che, però, pare portare molte malattie, persino di più dell’abuso di alcol e fumo.
Aumento dei tassi di mortalità
Un recente studio, che ha valuto l’esercizio fisico di oltre 122mila partecipanti per la durata di ben 23 anni, ha concluso che la scarsità di movimento può avere un tasso di mortalità superiore a quello causato da fumo, alcol, diabete e malattie cardiovascolari. Quando i pazienti venivano dichiarati non «idonei durante l’esercizio su tapis roulant o una prova da sforzo, avevano un risultato peggiore in termini di tassi di mortalità per qualsiasi causa, rispetto a quelli che avevano il diabete, fumavano o erano ipertesi», spiega Wael Jaber, cardiologo della Cleveland Clinic.
Lo studio
Per arrivare a simili conclusioni, i volontari allo studio sono stati sottoposti a diversi test di salute presso la Cleveland Clinic dell'Ohio. Sono state moltissime le ricerche che hanno evidenziato come la sedentarietà possa svolgere un importante impatto negativo sulla salute. D’altro canto, gli scienziati ritengono che questo sia il primo studio a mettere in evidenza come la mancanza di esercizio può essere peggiore del fumo, del diabete, dell’ipertensione e persino di alcune malattie considerate all’ultimo stadio. Le persone che non facevano movimento assistevano a un rischio di morte aumentato del 500%, rispetto a chi faceva esercizio fisico. Mentre chi si muoveva poco, aveva un rischio aumentato del 390 percento.
Idoneità cardiorespiratoria
«L'idoneità cardiorespiratoria è inversamente associata alla mortalità a lungo termine senza alcun limite superiore di beneficio osservato. La capacità aerobica estremamente elevata è stata associata alla maggiore sopravvivenza ed è stata associata a beneficio nei pazienti più anziani e in quelli con ipertensione», spiegano i ricercatori. Jaber ha anche detto che gli "ultra exercisers", ovvero quelli che fanno esercizio fisico eccessivo, non hanno necessariamente un più alto tasso di mortalità come si è sempre sostenuto. D’altro canto, chi non ne fa affatto dovrebbe considerare la sedentarietà come una «malattia che ha una prescrizione, e si chiama esercizio fisico». I risultati dello studio sono stati pubblicati su JAMA Network Open.
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