Perché è così difficile smettere di fumare
Gli esperti, ricercatori degli effetti della nicotina, spiegano perché è così difficile smettere di fumare

Una volta che si inizia a fumare è davvero difficile smettere. Lo sanno i molti fumatori che ancora oggi ci sono – e che magari vorrebbero dire addio alle bionde. Ma c’è un motivo per cui non ci si riesce. E l’hanno spiegato gli scienziati dell’Università della California a San Francisco (UCSF) guidati dal dottor Neil Benowitz, specializzato in ricerche sulla nicotina e i suoi effetti.
Come la droga, e anche peggio
Secondo gli scienziati statunitensi, alla base del motivo per cui è così difficile smettere di fumare c’è la dipendenza. Nello specifico, dalla nicotina che, a loro detta, è pari se non peggio di quella da droghe come la cocaina o l’eroina. Nonostante ciò, le sigarette sono di libera vendita – al contrario delle droghe. «Da un punto di vista scientifico, smettere con la nicotina è altrettanto difficile, o più difficile, dello smettere con l’eroina, ma la gente non lo riconosce», ha commentato il dottor Neil Benowitz.
Una causa di morte prevenibile
Quello che i numeri purtroppo ci dicono è che il fumo è una tra le principali cause di morte al mondo. Ma, allo stesso tempo, è una causa di morte prevenibile. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel mondo sono più di 1,1 miliardi le persone che fumano – con un incremento costante, specie tra i giovani, nonostante oggi vi sia molta informazione sui gravi danni che il fumo provoca.
Fumo, cancro e droga
Nel 1964, si legge in una nota dell’American Heart Association, il famoso rapporto U.S. Surgeon General ‘Fumo e salute’, collegava il fumo al cancro. Due decenni più tardi, nel 1988, un altro importante rapporto del U.S. Surgeon General sulla dipendenza da nicotina dichiarò che la nicotina creava dipendenza come la cocaina o l’eroina. «Ogni abuso di droga, inclusa la nicotina, rilascia dopamina, il che rende piacevole l’uso – ha sottolineato Benowitz – E quando smetti di fumare, hai una carenza di rilascio di dopamina, che causa uno stato di disforia: ti senti ansioso o depresso». Inoltre, a complicare le cose è il fatto che la nicotina agisce anche come stimolante, ha aggiunto Benowitz, spiegando che «aiuta le persone a concentrarsi e, se non hanno una sigaretta [in mano], hanno difficoltà a concentrarsi».
Limitare la dipendenza
Per limitare i danni da fumo, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti (FDA) intende attuare nuove regole che ridurranno il livello di nicotina nei prodotti del tabacco a livelli che possano creare una dipendenza minima o una non dipendenza. Tuttavia, non si sa ancora la FDA emetterà il nuovo verdetto. Il dottor Benowitz ha tuttavia dichiarato di essere «cautamente ottimista» sul fatto che la FDA costringerà le aziende produttrici di tabacco a creare sigarette che non creano dipendenza. «Se lo facessero – ha aggiunto – penso che sarebbe davvero la fine dell’epidemia di sigarette». Allo stesso modo, il problema pare non possa essere risolto dalle sigarette elettroniche (e-cig) che, anch’esse sono gravate dal contenere sostanze chimiche che sono spesso risultate tossiche o addirittura cancerogene. Spesso, poi, questo mercato è spinto da un’offerta che attira i giovani infarcendo questi prodotti da aromi quali pizza, biscotti, crema e altri ‘dolciumi’. «Abbiamo ancora bisogno di molti studi su tutte queste sostanze chimiche – ha fatto notare Benowitz – Le sigarette elettroniche possono provocare danni che ancora non conosciamo». Insomma, tra la dipendenza che crea la nicotina, all’offerta del mercato che spinge al maggiore consumo di certi prodotti come le sigarette elettroniche, va da sé che è sempre più difficile smettere di fumare. Tuttavia, se proprio si vuole, un modo c’è sempre. Da soli è più che difficile, ma si può chiedere aiuto e, con questo, allora si può vincere. Chi volesse, può informarsi presso le numerose associazioni che si occupano di questi problemi e anche presso alcuni ospedali.
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