29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Neonatalità

I nati pretermine hanno molti problemi di salute e di sopravvivenza

La Società Italiana di Neonatologia (SIN): i nati pretermine in Italia sono il 10% di tutte le nascite e il 42% ha problemi respiratori

Neonato
Neonato Foto: napocska | shutterstock.com Shutterstock

I neonati pretermine o prematuri sono il 10% di tutte le nascite, e spesso presentano numerosi problemi di salute. Dai dati in possesso, si sa che le problematiche di tipo respiratorio interessano il 42% dei neonati pretermine, fra queste la sindrome da distress respiratorio (RDS) è quella più frequente (29%). Poi c’è la PDA (Pervietà del Dotto Arterioso) che riguarda il 7,9% e le Sepsi 6,3%. I neonati di Età Gestazionale (EG) inferiore alle 37 settimane, pur rappresentando una popolazione numericamente piccola, circa il 10% delle nascite (quelle sotto le 32 settimane circa l’1%), contribuiscono a più del 50% delle morti in epoca neonatale e a circa il 40% di quella infantile. Questi neonati presentano inoltre un elevato rischio di gravi esiti a distanza (neurosensoriali, cognitivi, respiratori ecc.) e richiedono un importante impegno di risorse da parte del Servizio Sanitario Nazionale sia durante la degenza ospedaliera che dopo la dimissione.

Il Neonatal Network
Queste sono alcune delle informazioni che emergono dalla prima analisi dei dati del Neonatal Network della SIN relativi agli anni 2015-2017, presentata in occasione del XXIV Congresso Nazionale. Dall’analisi emerge anche che i nati da procreazione medicalmente assistita (PMA), esclusa l’induzione farmacologica dell’ovulazione, erano il 14,3% nell’intera popolazione, con valori più elevati nelle classi di EG fra 28 e 33 settimane (circa 18%). Rispetto alla popolazione generale (tutte le EG) si conferma nei pretermine un eccesso di nascite plurime che aumenta in modo costante dalle EG più basse fino a raggiungere un valore del 40% nella classe 32-33 settimane. Incrociando i dati fra PMA e nati plurimi si evidenziano, in tutte e cinque le classi di EG, percentuali di plurimi significativamente più alte fra i nati esposti a tecniche di procreazione artificiale rispetto ai non esposti.Riguardo al sesso, si osserva una lieve prevalenza del sesso maschile rispetto alle femmine senza particolari andamenti associati all’età gestazionale.

Le patologie e gli interventi sui neonati pretermine
Il 35.2% di tutti i pretermine con una qualsiasi forma di affezione respiratoria ha necessitato di ossigenoterapia dopo la sala parto. Il ricorso all’ossigenoterapia si mantiene elevato sotto le 32 settimane e va progressivamente a ridursi con l’aumentare dell’EG. Il supporto respiratorio utilizzato più spesso è risultato essere la ventilazione non invasiva in nasal-CPAP (29.4%). Nell’analisi degli esiti è importante precisare che il numero di nati per i quali sono state calcolate le frequenze delle patologie è variabile a causa di dati mancanti, inoltre per particolari patologie sono esclusi dal denominatore i deceduti prima della manifestazione dell’esito (in particolare displasia broncopolmonare e retinopatia). Le problematiche di tipo respiratorio sono sicuramente le più frequenti tra quelle registrate nel network (42% sotto le 37 settimane). Seguono, in ordine di frequenza, le crisi di apnea, la tachipnea transitoria, la pervietà del dotto arterioso, le sepsi tardive, la broncodisplasia, la leucomalacia periventricolare e le sepsi precoci. Analizzando i dati per classe di EG si confermano prevalenze più alte nei neonati di EG minore di 31 settimane nei quali aumenta anche la gravità delle manifestazioni cliniche.

La mortalità
Nell’intero campione dei casi raccolti nel triennio, la mortalità ‘intra-ospedaliera’ è stata pari al 2,4% (422 decessi). Come atteso i valori più alti si sono osservati nella classe di EG 22-24 settimane (55,6%) e 25-27 settimane (21,3%) con un decremento significativo in quelle 28-31 (4,6%), 32-33 (0,6%) e 32-36 (0,2%). Per tutte e tre le classi di EG e complessivamente sotto le 32 settimane, se pur con differenze importanti in termini di sopravvivenza, le prime settimane di degenza rappresentano il periodo a maggior rischio di mortalità. Insieme alla mortalità, gli esiti alla dimissione costituiscono un indicatore importante delle condizioni di salute dei neonati pretermine. Tra gli esiti gravi alla dimissione: emorragia intraventricolare di III e IV grado, leucomalacia periventricolare, broncopneumodisplasia, retinopatia di III e IV grado, altri esiti sono: tachipnea transitoria, sindrome da distress respiratorio, crisi di apnea, pneumotorace, pervietà del dotto arterioso, enterocolite necrotizzante, sepsi early e late. Sotto le 25 settimane la mortalità ha rappresentato l’esito prevalente nell’indagine, a fronte di un 42% di neonati con esiti importanti; questa proporzione si inverte nel gruppo 25-27 settimane di EG, ma sia nella prima classe che nella seconda classe di EG più del 75% dei neonati o non sopravvive o sopravvive con un esito grave. Va rilevato che nel gruppo dei ‘late preterm’ il 75% dei neonati non ha presentato durante il ricovero nessuna delle condizioni definite ‘minori’ come altri esiti.