19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Miracle Baby

Bimba nasce a 21 settimane e pesa 400 grammi. Ma avviene il miracolo e ora sta bene

E’ un vero e proprio miracolo quello che è accaduto a una giovane mamma e alla sua piccola che al momento della nascita pesava 400 grammi. Ora sta bene e vive come tutti i suoi coetanei

Miracle Baby, nasce a 21 settimane
Miracle Baby, nasce a 21 settimane Foto: Shutterstock

Una neonata leggera come una piuma, ma con una forza inimmaginabile. La mamma l’ha partorita alla 21esima settimana di gestazione, ovvero al quinto mese di gravidanza. Il suo corpicino era estremamente piccolo, tanto che avrebbe potuto stare tranquillamente nelle mani di un adulto. A quell’età, infatti, il feto è lungo circa 16 centimetri. Nonostante ciò, la piccola è cresciuta, ha cominciato a nutrirsi e ora sta bene. Ecco l’incredibile vicenda di Miracle Baby.

Un miracolo!
Nessuno credeva che la piccola avrebbero potuto crescere e diventare una bambina come tutte le altre. Ma le speranze dei genitori hanno tenuto in vita la piccina, a tal punto che è stata soprannominata miracle baby. Ha sfidato ogni statistica, qualsiasi credo e tutte le teorie della medicina. La vicenda è iniziata nel lontano 2014 e ora, all’età di tre anni, sta bene.

Una lotta incessante
Quella di «miracle baby» è una storia incredibile che offre molta speranza a tutti i genitori che hanno a che fare con bambini prematuri. La piccola non ha mai smesso di lottare e oggi, la sua vita a San Antonio nel Texas, è quella di una normalissima bambina. Ma il vero miracolo è stato apprendere dai medici che l’essere nata con così largo anticipo non ha creato alcun tipo di problema alla bambina, lo sviluppo è identico a quello di tutti gli altri coetanei. Con l’unica differenza che la corporatura è leggermente inferiore alla norma.

La vicenda
La bambina è nata nel 2014 alla 21esima settimana di gravidanza presso il Methodist Children’s Hospital di San Antonio, negli Stati Uniti. Al momento della nascita è stata immediatamente sottoposta a rianimazione. E per un bel po’ di tempo è stata sottoposta a ventilazione meccanica. È potuta andare a casa con mamma e papà solo quando ha raggiunto il peso di 2,5 chili, secondo quanto riportato su Pediatrics. Nella rivista si legge che «potrebbe essere la sopravvissuta più prematura fino ad oggi».

Un’emergenza medica
La mamma, di nome Courtney Stensrud, aveva 32 anni ed è dovuta recarsi in ospedale a causa di un’emergenza medica. Mentre si trovata nella sala pre-parto dell’ospedale pediatrico, ha preso lo smartphone e cercato sul web qualsiasi storia simile alla sua. Ma non è riuscita a trovare nessuno che avesse partorito a 21 settimane. «C'erano storie di 22 settimane, 23 settimane, ma niente di 21 settimane, quindi sapevo che c'era poca o nessuna sopravvivenza o vitalità a 21 settimane», ha dichiarato Stensrud.

La fede ha salvato la bambina
Appena dopo la nascita il neonatologo Kaashif Ahmad ha spiegato alla mamma che le speranze di sopravvivenza erano quasi nulle. La bambina era talmente piccola che l’anello del padre poteva essere utilizzato come bracciale. «Sebbene lo stavo ascoltando, sentivo solo qualcosa dentro di me che diceva: abbi solo speranza e abbi fede. Non mi importava che avesse 21 settimane e quattro giorni, a me non importava […] e tre anni dopo, abbiamo il nostro piccolo miracolo», ha spiegato la mamma. «Non racconto molto la sua storia, ma quando lo faccio, la gente rimane stupita. Se c'è un'altra donna che sta per partorire anticipatamente e sta cercando su Google, può trovare questa storia e avere un po’ di speranza e di fede», i miracoli a volte accadono.

Una nuova speranza per tutti i genitori?
«Dobbiamo essere molto cauti nel generalizzare un buon risultato applicandolo a una popolazione più grande – spiega Ahmad. È possibile che ci siano stati molti bambini di 21 settimane rianimati in altre strutture, che non hanno avuto risultati positivi e per questo motivo non abbiamo sentito parlare di loro. Abbiamo riportato questo caso andato a buon fine, ma può essere che sia un caso straordinario. Dobbiamo saperne di più prima di poter trarre conclusioni».