25 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Calo glicemico o che altro?

Quando hai fame diventi intrattabile e irascibile? Ecco perché

La scienza spiega il perché quando si è affamati spesso si diventa nervosi, intrattabili, irascibili e così via. Non è una questione di calo glicemico ma…

Arrabbiata
Arrabbiata Foto: WAYHOME studio | shutterstock.com Shutterstock

STATI UNITI – La scienza ha cercato di dare una risposta concreta al fenomeno del cambio d’umore irrazionale che si scatena quando siamo da troppo tempo digiuni o abbiamo fame. Giocando sull’assonanza dei termini inglesi ‘hungry’ (affamato) e ‘hangry’ (arrabbiato) i ricercatori dell’Università del North Carolina hanno analizzato il fenomeno delle persone che quando sono ‘affamate’ cambiano d’umore e divengono ‘arrabbiate’, nervose, intrattabili, irascibili e via discorrendo. Di questo si è sempre detto che la causa poteva essere il cosiddetto calo glicemico, ma a quanto pare le cose non stanno proprio così.

Il ponte
Se dunque dietro a questo fenomeno non c’è soltanto il calo della glicemia, cos’altro influisce? Secondo la dott.ssa Jennifer MacCormack e colleghi dell’UNC, il ponte di collegamento tra le due condizioni sembra essere una risposta emotiva complicata tra biologia, personalità e fattori ambientali. «Sappiamo tutti che la fame a volte può influenzare le nostre emozioni e percezioni del mondo che ci circonda, ma è solo di recente che l’espressione ‘hangry’, che significa umore cattivo o irritabile a causa della fame, è stata accettata dal dizionario di Oxford – spiega MacCormack – Lo scopo della nostra ricerca era capire meglio i meccanismi psicologici degli stati emotivi indotti dalla fame: in questo caso, il perché qualcuno diventa arrabbiato».

Lo studio
Come prima fase dello studio, i ricercatori hanno condotto due esperimenti online con oltre 400 persone per determinare in che modo la fame ha influenzato le loro emozioni. Dopo aver determinato quanto i partecipanti erano affamati attraverso indagini auto-riflettenti, sono state mostrate immagini progettate per indurre un sentimento positivo, negativo o neutro. Poi è stato chiesto loro di valutare un’immagine ambigua di un pittogramma cinese da piacevole a spiacevole, su una scala di sette punti.

I risultati
L’analisi dei risultati, pubblicati sulla rivista Emotion, ha rivelato ai ricercatori che i partecipanti affamati, aizzati con un’immagine negativa, erano più propensi a trovare sgradevole l’ambigua pittografia cinese. «L’idea qui – sottolinea MacCormack – è che le immagini negative fornivano un contesto in cui le persone interpretavano i loro sentimenti di fame nel senso che i pittogrammi erano spiacevoli. Quindi, sembra che ci sia qualcosa di speciale in situazioni spiacevoli che inducono le persone ad attingere ai loro sentimenti di fame più che, per esempio, in situazioni piacevoli o neutrali».

La fase successiva
In un terzo esperimento, gli autori dello studio hanno dato via a un esperimento di laboratorio particolarmente estenuante, che ha visto la partecipazione di circa 236 studenti universitari. I partecipanti sono stati suddivisi a caso in due gruppi. A quelli del primo gruppo (118) è stato detto di digiunare per 5 ore, mentre ai restanti 118 è stato detto di mangiare prima dell’esperimento. Quando arrivarono si sono presentati in laboratorio, a metà degli studenti di entrambi i gruppi è stato chiesto di scrivere un tema incentrato sulle loro emozioni, mentre gli altri dovevano semplicemente scrivere un tema su un ‘giorno neutrale e senza emozioni’. Dopo di che, tutti i partecipanti sono stati invitati a eseguire un noioso esercizio al computer, che sarebbe miseramente crashato poco prima della fine. Infine, ciliegina sulla torta, alcuni ricercatori entravano nella stanza e davano la colpa allo studente per il crash del computer – una situazione molto stressante. «Ho progettato questo compito finto con cerchi colorati, i colori sono davvero sgargianti, luminosi e difficili da guardare, ed è un compito difficile con un centinaio di prove – ha commentato la dott.ssa MacCormack – ‘Oh, quali tasti hai premuto?’ ‘Devi aver causato l’arresto’, è stato detto loro. Poi li abbiamo lasciati ‘ribollire’ per due minuti, nessuno è scoppiato contro di me, ma alcune persone sono sembrate nervose e sconvolte».

Le reazioni
In linea generale, lo stuzzicare certi sentimenti negativi, portando anche in qualche modo all’esasperazione i partecipanti ha avuto i suoi effetti, e le emozioni riportate sui questionari circa l’esperimento erano piuttosto negative, scrivono i ricercatori. Tuttavia, si è scoperto che i partecipanti affamati provavano emozioni molto più spiacevoli come forte stress e odio. Nonostante ciò, le differenze sono scomparse nel gruppo che si è concentrato sulle proprie emozioni in anticipo, dimostrando che pensando alle proprie emozioni si potrebbe essere in grado di non soccombere alla rabbia. «Semplicemente [facendo] un passo indietro rispetto alla situazione attuale e riconoscendo come ti senti, puoi essere ancora te anche quando sei affamato», conclude MacCormack – I nostri corpi giocano un ruolo importante nel plasmare le nostre esperienze, percezioni e comportamenti momento per momento: se siamo affamati o sazi, stanchi o riposati o malati rispetto all’essere sani». Tuttavia, c’è sempre il modo per tenere sotto controllo queste emozioni, mantenendo il giusto distacco e dando voce alle emozioni.