Disfunzione erettile e impotenza, la sindrome metabolica come prima causa
La cosiddetta sindrome metabolica pare possa essere una delle principali cause della disfunzione erettile o impotenza. Ecco perché
Si chiama sindrome metabolica, ed è caratterizzata da un insieme di condizioni: obesità o sovrappeso, ipertensione, diabete di tipo 2, colesterolo alto. Se di per sé queste condizioni sono pericolose per la salute e la vita, quando si trovano a essere tutte insieme è facile comprendere la portata delle conseguenze – che sono spesso gravi. Tra le diverse, vi sono quello che riguardano proprio l’apparato urogenitale. Ed è qui che entra in gioco la virilità maschile, con l’esordio di problematiche come la disfunzione erettile o impotenza. Non solo, tra le diverse negative conseguenze vi sono anche ipertrofia prostatica benigna; tumori della prostata, del rene e della vescica.
Sempre più obesi o in sovrappeso
Italiani sempre più in sovrappeso o obesi. Secondo i dati Istat, nella popolazione adulta la percentuale di persone in sovrappeso sia prossima al 40%, con i maschi in maggior numero. A essere obesi, poi, è oltre il 10% degli italiani, pari a più di 6 milioni. Per quanto concerne gli altri fattori che compongono la sindrome metabolica, i dati parlano di 3,2 milioni di italiani (oltre il 5% della popolazione) con diabete di tipo 2. Mentre l’ipertensione colpisce oltre un italiano su 3.
La sindrome metabolica e l’apparato urogenitale
Se già esano noti i seri danni provocati dalla sindrome metabolica a livello cardiovascolare e sul rischio di eventi correlati come infarto e ictus, forse erano meno note ai più le patologie dette funzionali, tra cui figurano quelle urologiche.
La disfunzione erettile e la sindrome metabolica
«Potremmo definire la disfunzione erettile ‘il metro di misura della sindrome metabolica’ – sottolinea il prof. Vincenzo Mirone, responsabile comunicazione della SIU e direttore del dipartimento di urologia all’Università Federico II di Napoli – perché lo dicono i numeri, inequivocabili, ma anche la nostra quotidianità. A ogni visita richiesta per risolvere un problema urologico come la disfunzione erettile, nella grandissima maggioranza dei casi il paziente è in sovrappeso o obeso, ha la pressione alta, il colesterolo alle stelle e in molti casi un diabete di tipo 2 non diagnosticato. Nonostante vi siano in alcuni casi cause in parte genetiche – prosegue Mirone – a farla da padrone sono una dieta ricca di zuccheri semplici e grassi associati a uno stile di vota non sano, sedentarietà, vizio del fumo di sigaretta, a determinare la comparsa della sindrome metabolica. Dunque, il primo intervento è proprio rimettere in sesto lo stile di vita, l’alimentazione, ripristinando anche un minimo di attività fisica».
Campanelli d’allarme
La disfunzione erettile spesso maschera proprio la presenza della sindrome metabolica (SM), di cui il paziente può non essere cosciente. Tuttavia, questi problemi urogenitali non sono solo l’unico campanello di allarme. Secondo gli esperti, a denunciarne la presenza possono esserci manifestazioni anche come i tumori del rene, della vescica o della prostata. Tuttavia, spesso è proprio in seguito a una visita per problemi sessuali che si riesce a individuare la sindrome metabolica come causa di base. Da qui, il medico in genere avvia il paziente a una serie di esami di prevenzione e controllo anche per altre patologie urologiche. «Uno studio multicentrico italiano, appena presentato al congresso americano di urologia – fa notare il prof. Mirone – ha dimostrato che la SM rappresenta un enorme fattore di rischio per il tumore della prostata avanzato: in particolare nei pazienti con SM è maggiore il rischio di avere una malattia estesa (56.8% rispetto al 31.3% dei pazienti senza SM) e maggiormente aggressiva (41% ve 21.4%). Un altro dell’Università di Padova in collaborazione con la Mayo Clinic di Rochester (USA) ha dimostrato che i pazienti con SM hanno un maggior rischio di andare incontro a incontinenza urinaria e impotenza dopo interventi di prostatectomia radicale per tumore della prostata, e che sono anche maggiori le complicanze postoperatorie di grado severo). Inoltre, uno studio, questa volta sudcoreano (primo nome Sangjun Yoo), su più di 130 mila pazienti, ha dimostrato che chi ha la SM ha un maggior rischio di andare incontro a un ingrossamento della prostata, evidenziando come il rischio un’iperplasia prostatica benigna sia maggiore nei pazienti con SM rispetto agli altri soprattutto nei cinquantenni (21,6 rispetto al 18,4%) nei sessantenni (38,9 rispetto al 33,9%) e nei settantenni (54,9 rispetto al 46,8). Infine – prosegue Mirone – il gruppo del San Raffaele di Milano ha dimostrato che il deficit erettile nei pazienti con Diabete (componente chiave della SM) può essere utile per identificare i pazienti a rischio di eventi cardiovascolari (se hai un deficit erettile e la SM potresti andare incontro a un infarto miocardico entro qualche anno). Pazienti diabetici con deficit erettile hanno un rischio 1,4 volte maggiore di quelli senza deficit, di avere una coronaropatia».
Definire il peso della Sindrome metabolica
Come sempre, gli studiosi fanno notare che dovranno essere ulteriori studi a dover definire il reale peso di ogni singola condizione associata alla Sindrome Metabolica. Tuttavia, è indubbio che adottando uno stile di vita sano e un’alimentazione regolare è possibile ridurre il rischio di sviluppare molte malattie urologiche e non solo. «Insomma – conclude Mirone – se è possibile ricorrere all’utilizzo di farmaci che aiutino a perdere peso, ad abbassare i livelli del colesterolo e della pressione arteriosa, e a controllare la glicemia, è pur vero che il cambiamento consapevole dello stile di vita (dieta + attività fisica + stop fumo) può prevenirne l’insorgenza proteggendo il soggetto dalle patologie secondarie a essa associate».