19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Verità o leggenda?

Il mostro di Loch Ness è realtà? Lo stabilirà un test del DNA

Una spedizione scientifica stabilirà, grazie a un’analisi del DNA, se il mostro di Loch Ness esiste davvero

Il mostro di Loch Ness esiste davvero?
Il mostro di Loch Ness esiste davvero? Foto: Khadi Ganiev | Shutterstock Shutterstock

Lo conosciamo da almeno 18 secoli e gli abbiamo persino dato un nome: si chiama Nessie. Stiamo parlando di una creatura considerata leggendaria fino a ieri. Non si conosce bene la sua identità nonostante molti affermino di averla vista da vicino. Vivrebbe da centinaia di anni in un lago della Scozia denominato Loch Ness. Le prove reali scarseggiano e le foto che abbiamo a disposizione sembrano essere quasi tutti dei falsi. Eppure, si parla di questa mitica creatura dal lontano 566. Il primo avvistamento sembra infatti essere stato riportato dal monaco irlandese Adamnano di Iona. Ma se ancora oggi molti ritengono che il mostro sia una realtà, c’è forse qualcosa di vero in tutto questo? Un’analisi del DNA farà luce sulla questione.

Un test del DNA che scoverà il mostro di Loch Ness
Ne abbiamo parlato per secoli e ora, finalmente, una spedizione scientifica ci dirà chi ha ragione. A condurla saranno i ricercatori dell'università neozelandese di Otago, coordinati dal professor Neil Gemmell. Per stabilire se il mostro è realtà, gli scienziati raccoglieranno e analizzeranno l'acqua a tre profondità diverse. Al fine di ottenere dati attendibili, inoltre, sfrutteranno il metodo del DNA ambientale.

Lo sapevi?
Una delle testimonianze rimaste alla storia è quella di Robert Kenneth Wilson che ha scattato quella che oggi è ancora nota come «la foto del chirurgo. L’immagine, risalente all’aprile del 1934, finì nelle pagine dello Scottish Daily Record, con un titolo in prima pagina: il misterioso oggetto nel Loch Ness. Nelle diverse foto scattate da lui, si vede il «mostro» nel momento in cui esce dall’acqua e quando vi rientra. Ben sessant’anni dopo, tuttavia, l’immagine fu considerata un falso. Si trattava, infatti, di un sottomarino giocattolo.

Tracce del mostro
Il cosiddetto metodo del DNA ambientale consente di rilevare eventuali tracce lasciate da organismi che vivono in un determinato ambiente, in questo caso l’acqua del lago. Le prime analisi inizieranno a giugno, ma dovremo attendere fino a gennaio del 2019 per stabilire se c’è davvero un mostro che vive in quel lago.

Il confronto con altri laghi
Per essere certi di non incappare in errori di diverso tipo, gli scienziati analizzeranno anche le acque di laghi simili come quello di Garry, di Morar e di Oich. Al termine tutti i dati verranno confrontati. Il DNA ambientale offrirà agli studiosi un metodo per osservare da vicino la presenza di minuscole tracce che portino alla conferma - o alla smentita – che un enorme rettile marino si muova indisturbato nelle acque di Loch Ness.

E se ci fossero davvero tracce?
Probabilmente la maggior parte di noi è pronto per una smentita da parte degli scienziati. Ma ricordiamo che anche loro ammettono che non è impossibile che avvenga esattamente l’opposto. Se ci fossero tracce di un enorme rettile marino «ne sarei sorpreso, ma sono aperto a ciò che scopriremo», ha dichiarato Gemmell. Lui ritiene che alla base del mito potrebbero anche esserci «pesci grandi come il pesce gatto o lo storione che hanno contribuito alla nascita del mito del mostro». Chiaramente lui, insieme al suo team, verificherà se questa ipotesi potrebbe essere vera o meno.

Non è solo una caccia a un mostro
«Il progetto è molto di più che la caccia a un mostro. Ci sono tantissimi altri dati che possiamo acquisire studiando gli organismi di Loch Ness, che è lo specchio d'acqua dolce più grande del Regno Unito», continua Gemmell. L'analisi del Dna, infatti, renderà anche possibile l’identificazione di nuove specie batteriche (e non solo). «Qualsiasi creatura che si muova nel suo habitat lascia minuscoli frammenti del Dna presenti nella sua pelle, squame, piume, pelliccia, feci e urine. Questa tracce genetiche possono essere raccolte e il Dna può essere estratto, sequenziato e utilizzato per identificare gli esseri viventi confrontando le sequenze trovate con quelle presenti nelle grandi banche dati genetiche», concludono gli scienziati.

L’ipotesi più accreditata
In attesa dei risultati ottenuta dai ricercatori, ricordiamo che l’ipotesi più accreditata al momento vuole che il cosiddetto mostri di Loch Ness sia un esemplare di plesiosauro o di elasmosauro, sopravvissuto, per qualche strano motivo, all'estinzione. In pratica un rettile parenti dei più noti dinosauri. Sarà vero?