20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Disturbi alimentari

Una donna assume 800 pillole lassative al giorno e muore

Dopo la morte di Claudia La Bella, di 28 anni, il coroner chiede un regolamento della vendita di lassativi come il Guttalax, che la ragazza avrebbe assunto nella dose di 800 capsule al giorno prima di morire

Immagine rappresentativa
Immagine rappresentativa Foto: Andrey Popov | shutterstock.com Shutterstock

AUSTRALIA – Una fine che forse poteva essere evitata, quella di Claudia La Bella di 28 anni, deceduta all’ospedale Royal Adelaide Hospital dopo che si è scoperto assumeva ben 800 capsule di lassativo al giorno. La donna, affetta da un disturbo alimentare, era stata ricoverata che pesava soltanto 35 chilogrammi, ed era in preda a forti dolori addominali e pericolosamente disidratata.
Dopo questa assurda morte, il Coroner australiano Mark Johns chiede più severi controlli sulla libera vendita di lassativi.

Il finto cancro
Secondo quanto riferito dai media locali, Claudia La Bella per due anni circa aveva fatto finta di soffrire di un cancro ovarico, pare per giustificare il suo drammatico calo di peso corporeo. Ma, a quanto emerso in seguito alla sua morte, la famiglia scopre che in realtà soffriva di anoressia nervosa. E, nel tempo era arrivata ad assumere dosi di lassativi da cavallo. Per questo il Coroner ha richiesto che Dulcolax e lassativi simili non siano più disponibili per l’auto-prescrizione, e che siano controllati gli acquisti in farmacia e online previo ricetta medica.

Se si sospetta un disturbo alimentare
Dietro alla repentina e drammatica perdita di peso non vi è dunque sempre una malattia oncologica, ma appunto potrebbe trattarsi di un disturbo alimentare come l’anoressia. Per questo motivo il Coroner Johns ha raccomandato che se si nota una grave perdita di peso non giustificata da una diagnosi di cancro o tumore, è necessario avviare la persona verso un consulto psichiatrico – specie poi se si scopre che il paziente fa uso di lassativi.

L’atto di purificazione
In un’intervista, il marito di Claudia, John, ha riferito che sua moglie era arrivata a comprare la bellezza di 30 scatole di lassativi per volta. Lei si giustificava dicendo che doveva disintossicare il corpo eliminando le tossine dovute alla chemioterapia cui si sottoponeva per il suo (finto) cancro ovarico. Secondo John, anche la farmacia che le vendeva tutti quei lassativi avrebbe dovuto sospettare qualcosa, mentre invece – dice lui – non ha fatto un collegamento tra questo e l’anoressia. Chiamato in causa, il farmacista avrebbe negato, tuttavia il Coroner ha dichiarato che il farmacista stava «chiaramente cercando di fuorviare il tribunale ed evitare la responsabilità di vendere grandi quantità di lassativi a Claudia o suo marito quando era ben consapevole che Claudia probabilmente aveva un disturbo alimentare». Nonostante ciò, il farmacista è risultato non essere a conoscenza dell’abuso di lassativi da parte di Claudia La Bella.
A chi ha domandato al marito se non avesse lui avuto sospetti circa il finto cancro della moglie, lui avrebbe detto che non aveva motivo di dubitare quanto affermato da lei. Si era fidato, anche perché era un’adulta e non una bambina.