25 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Alzheimer e colesterolo

Colesterolo: potrebbe aumentare il rischio di Alzheimer

Alla base della comparsa dell’Alzheimer potrebbe esserci il colesterolo: ecco la scoperta degli scienziati di Cambridge

Il colesterolo funge da catalizzatore per le placche beta amilodi
Il colesterolo funge da catalizzatore per le placche beta amilodi Foto: ALDECAstock | Shutterstock Shutterstock

Il colesterolo è di nuovo nel banco degli imputati. Accusato da anni di essere coinvolto nella comparsa di malattie cardiovascolari e in alcuni dei più temibili eventi potenzialmente fatali come infarto e ictus, oggi sembra essere ancora più pericoloso di ciò che avevamo sempre pensato. Recenti studi, infatti, hanno dimostrato come questa particolare molecola possa anche svolgere un ruolo chiave nell’insorgenza e nella progressione dell’Alzheimer.

Il colesterolo nel cervello
Ciò che sembra mettere a serio rischio la nostra salute è la presenza di colesterolo nelle regioni cerebrali. A suggerirlo è stata una ricerca condotta dall'Università di Cambridge. Grazie a questa si è potuto stabilire come il colesterolo – una volta arrivato nel cervello – funge come una sorta di catalizzatore in grado di innescare la formazione di cluster tossici della proteina beta-amiloide. Proteina che tutti sappiamo essere direttamente correlata con l’insorgenza dell’Alzheimer.

Eliminare il colesterolo?
Secondo i ricercatori, tuttavia, non dobbiamo concentrarci sulle soluzioni per eliminare tracce di colesterolo dal cervello ma abbiamo il compito di comprendere se esiste un modo per controllare la relazione colesterolo-Alzheimer. Una volta compreso ciò, si potrebbe dar vita a nuove strategie terapeutiche per combattere una delle più temibili malattie al mondo.

Da dove viene il colesterolo?
Purtroppo quello che non sono riusciti a comprendere i ricercatori è da dove proviene il colesterolo cerebrale. La scienza, infatti, dice che quello assunto attraverso gli alimenti non è in grado di superare la barriera emato-encefalica. Mentre, al contrario, alcuni scienziati ipotizzano che il cibo che introduciamo potrebbe influenzare tale condizione. Tuttavia, è importante ricordare che il colesterolo si trova naturalmente nelle pareti cellulari dei neuroni ma può anche attivare l’aggregazione di beta amiloide. Sarebbe quest’ultima che predisporrebbe alla comparsa delle classiche placche associate all’Alzheimer.

Perché nel cervello?
La domanda che si sono posti gli scienziati è: perché la beta amiloide si aggrega proprio nel cervello, luogo in cui è presente in quantità piuttosto ridotte? «I livelli di beta-amiloide normalmente presenti nel cervello sono circa mille volte più bassi di quanto abbiamo bisogno di osservarli aggregati in laboratorio - quindi cosa succede nel cervello per renderlo «aggregato?»», ha dichiarato il professor Michele Vendruscolo del Cambridge's Center for Misfolding Diseases. E grazie al loro studio – condotto in vitro – sono riusciti a rispondere alla domanda: probabilmente è il colesterolo che funge come un vero e proprio catalizzatore delle beta amiloide. I risultati sono stati pubblicati su Nature Chemistry.

Fonti scientifiche

[1] Brain cholesterol associated with increased risk of Alzheimer’s disease – University of Cambridge