18 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Telefonini e cancro

I telefoni cellulari causano tumori cerebrali. Ma qualcuno dice di no

Un nuovo studio avverte che l’uso di cellulari, smartphone raddoppia il rischio di tumore al cervello come il Glioblastoma Multiforme. Ma alcuni scienziati non sono d’accordo

Smartphone
Smartphone Foto: Dragon Images | shutterstock.com Shutterstock

REGNO UNITO – Un nuovo studio condotto dai ricercatori del Physicians Health Initiative for Radiation and Environment (PHIRE) e del Children with Cancer UK pone nuovamente l’accento sui rischi per la salute derivanti dall’uso dei telefoni cellulari. In particolare, secondo gli autori, le radiazioni emesse dai telefonini raddoppierebbero il rischio di Glioblastoma Multiforme (GBM), un tumore del cervello piuttosto aggressivo e solitamente fatale. Ma non tutti pare siano d’accordo.

Lo studio
Per sostenere la loro tesi, i ricercatori guidati dal dottor Alasdair Philips hanno analizzato i dati ufficiali circa l’incidenza del tumore al cervello nel Regno Unito, che si riferiscono a 79.241 tumori cerebrali maligni tra il 1995 e il 2015. Secondo l’analisi, i casi di Glioblastoma Multiforme (GBM) che colpisce la parte frontale e temporale del cervello, sono più che raddoppiati negli ultimi vent’anni – ossia da quando sono ‘comparsi’ i telefoni cellulari. Nello specifico, i casi di GBM in Inghilterra sono aumentati da circa 1.250 all’anno nel 1995 a poco meno di 3.000 nel 2015. I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Environmental and Public Health, e qui gli autori mettono in evidenza i fattori dello stile di vita, incluso l’eccessivo uso di smartphone e cellulare, come possibile fattore causale nella tendenza «allarmante» nell’aumento di casi di Glioblastoma multiforme. Aumento che «non può essere pienamente giustificato da una migliore diagnosi poiché colpisce aree specifiche del cervello e solo un tipo di tumore al cervello che è generalmente fatale», sottolineano i ricercatori, i quali concludono come «fattori ambientali o di stile di vita diffusi possano essere i responsabili».

Le prove
«Abbiamo riscontrato un aumento costante e significativo del GBM nei 21 anni e in tutte le età – fa notare Alasdair Philips, autore principale dello studio – È interessante notare che abbiamo riscontrato il più alto aumento di incidenza nelle regioni frontali e temporali del cervello. Ciò solleva il sospetto che l’uso di telefoni cellulari e cordless possa promuovere i gliomi».

C’è chi dice no, ma…
Come spesso accade – specie quando si tratta di studi sui danni da cellulari (chissà perché) – c’è chi non è d’accordo sui risultati che suggeriscono come l’uso dei telefonini possa essere pericoloso per la salute. Tra i tanti ‘dissidenti’ c’è chi ha accusato i ricercatori di «speculare» sulle possibili cause del tumore al cervello, ribadendo che a oggi non vi è alcuna prova di questo collegamento. Qualcuno ha anche criticato la scelta di pubblicare i risultati su questa rivista, che non sarebbe così ‘prestigiosa’. Ma anche le argomentazioni di chi avversa spesso si rivelano aria fritta, poiché anche loro non portano prove concrete delle loro affermazioni: ossia che l’uso dei cellulari non è dannoso. Le radiazioni sono radiazioni, ed è indubbio che un effetto sull’organismo ce l’hanno. Che poi al momento la scienza non sappia spiegare se a lungo termine causino gravi danni questo non significa che si debba stare tranquilli (il caso dell’amianto insegna). Semmai, invece di arroccarsi sulle proprie posizioni, gli scienziati dovrebbe investigare più approfonditamente per portare prove incontestabili sia in negativo che in positivo. Solo così i cittadini potranno essere tranquilli o, nel caso, correre ai ripari. Le bagarre sono soltanto una perdita di tempo.
«Le nostre scoperte – conclude il professor Denis Henshaw, direttore scientifico di Children with Cancer UK – illustrano la necessità di esaminare più attentamente e cercare di spiegare i meccanismi alla base di queste tendenze del cancro, invece di spazzare i fattori causali sotto il tappeto e concentrarsi solo sulle cure».