23 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Sedentarietà e rischi per la salute

Stai troppo fermo? Non danneggi solo il cuore ma anche il cervello

Stare troppo tempo seduti può danneggiare in maniera irreversibile il cervello. I risultati di uno studio americano

Stare troppo seduti danneggia il cervello
Stare troppo seduti danneggia il cervello Foto: Kinga | Shutterstock Shutterstock

Come è cambiata la nostra vita da un secolo a questa parte. E tale cambiamento sembra aver coinvolto, in primis, il tipo di lavoro. Se prima erano molte le persone a eseguire lavori manuali o a trascorrere diverse ore all’aperto - magari per mandare avanti un’azienda agricola - ora si passa la maggior parte del tempo seduti davanti a una scrivania o in auto. E, nel tempo libero, non è poi così insolito vedere persone semi-sdraiate su un divano, armate di smartphone. A lungo andare, però, si rischiano seri problemi alla salute. Tra questi anche malattie metaboliche e cardiovascolari. Ma un recente studio sembra aver evidenziato anche danni (reali) al cervello. Ecco perché è importante muoversi non appena ne abbiamo la possibilità.

Danni al cervello
Un recente studio, condotto presso l’Università della California di Los Angeles, ha messo in evidenza come lo stare troppo seduti – o comunque fare poco movimento – provochi danni al cervello. E non stiamo parlando solo di deficit cognitivi più o meno rilevanti ma di una vera e propria mutazione facilmente identificabile attraverso scansioni cerebrali.

Assottigliamento del cervello
La mancanza di attività fisica provoca un evidente assottigliamento di una particolare regione cerebrale denominata MTL o lobo temporale mediale. Tale area è direttamente collegata con l’elaborazione delle informazioni e il consolidamento a livello mnemonico.

Lo studio
Per arrivare a simili conclusioni, i ricercatori hanno reclutato 35 persone di età compresa fra i 45 e i 75 anni. A tutti è stato chiesto di descrivere la loro giornata tipo indicando il numero delle ore in cui stavano seduti e il tempo dedicato all’attività fisica. A ogni partecipante, poi, è stata eseguita una scansione cerebrale effettuata con una risonanza magnetica (MRI).

I risultati
Dai risultati è emerso che vi era un’associazione tra il comportamento sedentario e l’assottigliamento del lobo temporale mediale. Ma l’aspetto ancor più inquietante è che tale problematica sembrava essere irreversibile. Infatti, anche se venivano praticate sessioni di attività fisica ad alta intensità non era più possibile ripristinare l’area coinvolta all’assottigliamento. «Questo studio – scrivono i ricercatori - non dimostra che troppe sedute causano strutture cerebrali più sottili, ma invece che più ore passate seduti sono associate a regioni più sottili». E’ anche importante sottolineare che i ricercatori si sono concentrati sulle ore trascorse daseduti, ma non hanno chiesto ai partecipanti se si sono presi delle pause durante questo periodo.

Un campione ridotto
Purtroppo il campione di persone che ha partecipato allo studio era decisamente ridotto e quindi saranno necessarie ulteriori ricerche a conferma della teoria. Ricordiamo, tuttavia, che se i dati venissero davvero confermati non si tratta di un problema di poco conto. La riduzione delle dimensioni del lobo temporale mediale, infatti, sembra essere correlato a declino cognitivo e demenza sia nei soggetti anziani che nelle persone di mezza età. Quindi, se vogliamo prevenire l’Alzheimer, probabilmente, abbiamo solo un modo: muoverci a lungo fin da giovani. La ricerca è stato possibile grazie a un finanziamento del National Institutes of Health. I risultati dello studio sono stati pubblicati su PlosOne.

[1] Sedentary behavior associated with reduced medial temporal lobe thickness in middle-aged and older adults - Prabha Siddarth , Alison C. Burggren, Harris A. Eyre, Gary W. Small, David A. Merrill Published: April 12, 2018https://doi.org/10.1371/journal.pone.0195549

[2] Researchers link sedentary behavior to thinning in brain region critical for memory - UCLA RESEARCH ALERT