25 aprile 2024
Aggiornato 03:30
L’intervento consigliato tra 6 e 12 mesi

Ipospadia del pene nei bambini, ne nascono 5 ogni 1.000. Cosa si deve fare

Età materna, obesità, uso di ormoni e trattamenti per la fertilità aumentano il rischio di ipospadia congenita. E’ necessario il monitoraggio in età adulta

Ipospadia nei neonati
Ipospadia nei neonati Foto: Dmitry_Naumov | shutterstock.com Shutterstock

ROMA – Nel mondo 5 bambini su mille nascono con una anomalia congenita del pene chiamata ‘ipospadia’. In pratica il ‘meato uretrale’, quel canale attraverso cui esce l’urina, non è posizionato sulla punta del pene ma sull’asta peniena o nei casi più gravi a livello dello scroto o del perineo. L’anomalia si determina durante lo sviluppo in utero: il tessuto che forma l’uretra non si chiude completamente e in molti casi anche il prepuzio, ossia la pelle che ricopre il glande, non si sviluppa adeguatamente.

Identificati alcuni fattori di rischio
Negli ultimi anni i ricercatori dei Center Control of Disease (CDC) di Atlanta hanno identificato alcuni fattori che possano aumentare il rischio di sviluppo di ipospadia: «anche se le cause non sono univoche e si riscontra anche un 15% di familiarità, è stata evidenziata una maggiore incidenza con rischio 12 volte superiore nei figli di madri con età maggiore di 35 anni, sovrappeso o obese – spiega il Professor Salvatore Sansalone, Co-Presidente e Direttore Scientifico del Congresso Frontiers in Genito-Urinary Reconstruction in corso a Tor Vergata e Direttore del Centro di Chirurgia Genito-Urinaria della Clinica Sanatrix di Roma – Inoltre, l’assunzione materna di ormoni progestinici, prescritti per stimolare l’ovulazione o trattamenti per la fertilità coincidono con un rischio maggiore che il bambino nasca con questa malformazione congenita».

Si evidenzia fin dalla nascita
Nella maggior parte dei casi la condizione è evidente già alla nascita ma nelle forme più lievi è possibile notare solo in un secondo momento che il getto di urina dirige verso il basso o la punta del pene ha un aspetto anormale. Non è una condizione dolorosa e le forme lievi non prevedono una indicazione chirurgica, ma nelle forme più severe in cui il meato è ad esempio sull’asta peniena si opta per un intervento correttivo tra i 4 e i 12 mesi di vita per garantire la piena funzionalità urinaria e sessuale da adulti. Per ricostruire l’anatomia corretta si può usare o tessuto locale o una piccola porzione di mucosa prelevata dall’interno della guancia.

Non sempre va a buon fine
«Ma non tutti gli interventi riescono perfettamente – sottolinea Sansalone – revisioni sono necessarie per adattare l’organo alla crescita dell’individuo, correggere fistole, stenosi, curvature o per risolvere problemi estetici. Una nostra ricerca retrospettiva su 1176 pazienti di età media 31 anni arruolati in dieci anni, ha analizzato il numero di interventi eseguiti dai pazienti e gli esiti delle revisioni. Numero, che rende almeno in parte la dimensione del problema. Con un range tra 2 e 23 interventi, la media di operazioni che ciascun paziente affronta nel corso della vita sono ben 5. Si tratta di revisioni o di correzione di complicazioni come il restringimento del meato urinario con conseguente difficoltà a urinare, conseguenze di una errata tecnica chirurgica, infezioni, deterioramento del tessuto usato per riparare l’ipospadia, oppure ‘assecondare’ la modificazione dei tessuti a causa della crescita. Controlli a 12 sino a 137 mesi hanno confermato il successo dell’intervento ‘secondario’ nell’88,1% dei casi, con un rimarchevole 90,4% nell’intervento in un’unica sessione operatoria». Si tratta di pazienti, psicologicamente molto fragili, che chiedono una risposta alla risoluzione dei disturbi urinari, dei disturbi dell’attività sessuale e degli inestetismi genitali.

L’uretra
Ma esattamente, l’uretra, cos’è? E’ il canale di circa 18-20 centimetri, che origina dalla vescica e serve a condurre verso l'esterno l'urina durante la minzione e (nell'uomo) lo sperma durante l'eiaculazione. L'uretra attraversa il pavimento pelvico e il pene. Nell'uomo, la sua apertura, o meato urinario, risiede nel glande, in corrispondenza della punta.

Gradi e classificazione delle ipospadie:
- Ipospadia apicale (circa il 45% dei casi): quando il meato urinario esterno è sulla faccia ventrale del glande, dal solco balanico fino all’apice del glande;
- Ipospadia distale (circa il 35% dei casi): quando il meato urinario esterno si localizza tra il 1/3 distale del pene ed il solco balano-prepuziale;
- Ipospadia prossimale quando il meato urinario esterno è situato tra il perineo ed il 1/3 distale della superficie ventrale del pene, a livello penieno medio o scrotale (15%) o perineale (5%).