19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Pericolo integratori

Attenzione agli integratori di ferro: potrebbero causare il cancro al colon

Gli integratori di ferro, specie quelli che contengono due particolari tipi forme farmaceutiche, potrebbero essere legate al cancro al colon

Integratori di ferro e cancro al colon
Integratori di ferro e cancro al colon Foto: Aleksandra Gigowska | Shutterstock Shutterstock

Seguiamo un’alimentazione sempre meno sana, e la stessa cosa dicasi anche per lo stile di vita generale: ci muoviamo poco, siamo sempre più stressati e alteriamo eccessivamente i ritmi circadiani. Per ovviare al problema cerchiamo soluzioni facili, le cui più comuni sono gli integratori. Ma è proprio a causa di tali rimedi che spesso incappiamo in ulteriori minacce per la nostra salute. Una di queste è contraddistinta dal consumo di ferro, il quale sembra incentivare la comparsa di forma aggressive di cancro al colon.

I composti sotto accusa
Sembra che gli integratori più pericolosi siano quelli a base di ferro. In particolare, nelle due forme denominate citrato ferrico ed EDTA ferrico. Il problema principale è che tali sostanze non si trovano solo nei farmaci da banco, ma anche negli alimenti confezionati. È, infatti, uno dei più noti additivi alimentari. Entrambi i composti sono stati correlati alla formazione di biomarker (denominato amphiregulin) per il cancro, secondo quanto suggerito da uno studio condotto dalla Chalmers University of Technology (Svezia).

Cancro al colon e ferro
Dai risultati emersi dallo studio si è potuto evidenziare che il citrato di ferro e l’EDTA, possono peggiorare vistosamente la formazione dei tumori nei topi affetti da cancro al colon. Tuttavia, gli scienziati hanno notato che il solfato ferroso non produce effetti avversi, per questo motivo – al momento – è considerato il più sicuro. «Possiamo concludere che il citrato ferrico e l'EDTA ferrico potrebbero essere cancerogeni, poiché entrambi aumentano la formazione di amphiregulin, un noto marcatore di cancro più spesso associato a cancro a lungo termine con prognosi infausta», ha dichiarato Nathalie Scheers, del Chalmers University of Tecnology.

Non è facile trovare l’integratore giusto
Gli scienziati fanno notare che in commercio non esistono solo questi tre tipi di ferro, ma ve ne sono più di venti. Quindi, per i consumatori, potrebbe non essere facile orientarsi nella scelta del formato non cancerogeno. Senza considerare che «molti negozi e fornitori non dichiarano in realtà che tipo di composto di ferro sia presente, nemmeno nelle farmacie, di solito dice solo "ferro", il che è problematico per i consumatori», continua Nathalie Scheers.

Anche negli alimenti
Purtroppo spesso non è necessario acquistare gli integratori per consumare grandi quantitativi di ferro. Sono molti, infatti, gli alimenti industriali che contengono questo minerale per aumentarne la razione giornaliera. Essendo che la nostra alimentazione è diventata ormai squilibrata, molti produttori si vedono costretti ad aggiungere ai loro alimenti vitamine e minerali. Ma questo non fa altro che peggiorare la situazione. Molte brioches, cibi per bambini, farine e bevande indicano la presenza di tali composti. Ricordiamo invece, che è possibile aumentare la concentrazione di ferro ematico attraverso il consumo frequente di carne, pesce, verdure, frutta e cereali integrali. Quindi nessun alimento trasformato.

Niente allarmismi
I ricercatori ricordano che, seppur è necessario porre attenzione, non bisogna aver paura di tutti gli integratori e alimenti presenti in commercio. «Innanzitutto, dobbiamo tenere presente che lo studio è stato condotto su cellule tumorali umane coltivate in laboratorio, dal momento che non sarebbe stato etico farlo negli esseri umani, ma i possibili meccanismi ed effetti osservati richiedono ancora cautela. Al momento, le persone dovrebbero comunque seguire i consigli medici raccomandati: come ricercatore, non posso raccomandare nulla - i consigli devono venire dalle autorità, ma parlando personalmente, se avessi bisogno di un integratore di ferro, tenterei di evitare il citrato ferrico», spiega indagato Nathalie Scheers.  «Soprattutto, i ricercatori e le autorità devono iniziare a distinguere tra una forma e l’altra di ferro: dobbiamo considerare che forme diverse possono avere effetti biologici diversi», conclude Scheers. La ricerca è stata condotta in collaborazione con il British Medical Research Council e l'Università di Cambridge e finanziata da Formas, il Consiglio svedese per la ricerca sull'ambiente, le scienze agrarie e la pianificazione spaziale.