Battere la testa può far venire la demenza o l’Alzheimer
Un largo studio dimostra che i traumi alla testa sono collegati all'incidenza di demenza e Alzheimer. Ecco perché

ROMA – C’è un significativo e provato collegamento tra la demenza, la malattia di Alzheimer e i traumi alla testa. Lo hanno scoperto i ricercatori statunitensi e danesi in uno dei più grandi studi revisionali mai condotti finora, e che ha coinvolto la bellezza di circa 2,8 milioni di persone.
Il legame
Quanto emerso dalla revisione ha messo l’accento sul legame tra il rischio di demenza e Alzheimer con l’essere oggetto di un trauma cranico (TBI). Nelle persone che, infatti, avevano avuto dei traumi alla testa è emerso come l’incidenza di queste problematiche cerebrali e degenerative fosse più significativamente più elevata rispetto a coloro che non avevano avuto traumi alla testa.
Il rischio associato di demenza
Secondo quanto riportato su The Lancet Psychiatry, su cui è stato pubblicato lo studio, il rischio complessivo di demenza in soggetti con una storia di TBI era del 24% più alto rispetto a coloro senza una storia di TBI. Tutto ciò, anche dopo aver tenuto conto di altri fattori di rischio per la malattia. Nello specifico, il team di ricerca ha scoperto che un singolo trama cerebrale caratterizzato come ‘grave’ ha aumentato il rischio del 35%, mentre un singolo ‘lieve’ trauma cranico o commozione cerebrale abbia aumentato il rischio del 17%. «Ciò che ci ha sorpreso è che anche un singolo TBI lieve era associato a un rischio significativamente più alto di demenza – ha spiegato l'autore principale dello studio, prof. Jesse Fann di psichiatria e scienze comportamentali alla Scuola di Medicina dell'Università di Washington – E il rapporto tra il numero di lesioni cerebrali traumatiche e il rischio di demenza era molto chiaro. Similmente, una singola lesione cerebrale grave sembra avere il doppio del rischio associato alla demenza come una singola lesione traumatica lieve del cervello».
Ma il rischio può aumentare
Ciò che è anche emerso dallo studio è stato l’aumento del rischio di demenza pari al 33% maggiore nel caso di due o tre TBI, e del 61% più alto per quattro TBI e addirittura del 183% più alto per cinque o più TBI. Il professor Fann ha sottolineato un altro dato importante, ossia è che se hai un danno cerebrale intorno ai 20 anni d’età, il rischio di sviluppare demenza a 50 anni è aumentato del 60%. «Un grave trauma cranico è particolarmente frequente nei giovani, ed è preoccupante che il rischio di demenza sia particolarmente alto nelle persone relativamente giovani che soffrono di TBI», ha fatto notare il coautore Jakob Christensen, professore associato di neurologia presso l'ospedale universitario Aarhus in Danimarca.
La demenza
I casi di demenza nel mondo sono in aumento. Con circa 47 milioni di persone che ne sono colpite. Un numero che si prevede raddoppierà nei prossimi 20 anni. Ogni anno, poi, oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo sperimentano un TBI, che si verifica quando una forza esterna interrompe la normale funzione del cervello. Le cause principali includono cadute, incidenti automobilistici e aggressioni. Nonostante i numeri e le evidenze, il prof. Fann ha precisato come sia importante riconoscere che la maggior parte delle persone che subiscono una commozione cerebrale non sviluppano la demenza. E ha chiarito che i risultati non suggeriscono che ogni persona vittima di un grave trauma cranico svilupperà la demenza più tardi nella vita. Ma ha detto che i risultati potrebbero portare le persone con storie di TBI a modificare i loro comportamenti verso altri potenziali fattori di rischio per la demenza, come limitare l'uso di alcool e tabacco, impegnarsi in attività fisica regolare, prevenire l'obesità e trattare l'ipertensione, il diabete e la depressione. Infine, conclude Fann, «Ci sono alcune strategie di riabilitazione cognitiva che possono ridurre i deficit cognitivi associati a una lesione cerebrale».