18 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Probiotici per pulire

Addio disinfettanti: per combattere i batteri ci vogliono i probiotici

Uno studio che ha coinvolto cinque università e sette ospedali ha dimostrato che i batteri si combattono più facilmente con i probiotici che con i disinfettanti

Probiotici al posto dei disinfettanti per sanificare gli ospedali
Probiotici al posto dei disinfettanti per sanificare gli ospedali Foto: Bmf-foto.de | Shutterstock Shutterstock

Tutti sappiamo che se esiste un posto dove i batteri proliferano indisturbati, quelli sono gli ospedali. E non è un caso se nelle cliniche ospedaliere si fa largo uso di disinfettanti. Tuttavia, secondo recenti studi, sarebbero proprio questi ultimi ad aver promosso – insieme agli antibiotici – il crescente (e drammatico) fenomeno della resistenza batterica. Ma la guerra è appena iniziata e scienziati di tutto il mondo si stanno dando tanta pena per risolvere il problema. Una possibile soluzione sembra arrivare dai probiotici.

Competizione biologica
Perché alcune persone vengono aggredite da alcuni batteri e altre no – pur standoci a stretto contatto? Il motivo è semplice: si tratta di una semplice (e naturale) competizione biologica. Tutti noi esseri umani possediamo un microbiota formato da una grandissima varietà di microorganismi. Tuttavia, in alcune persone questo è molto povero e ciò consente agli organismi nocivi di prevalere rispetto a quelli buoni che potrebbero, al contrario, impedirci di ammalarci. Ecco perché la risposta potrebbe non risiedere in un prodotto che uccide in maniera non selettiva tutti i batteri (come fanno gli antibiotici), ma in uno che mantiene elevata la popolazione di specie che vivono in simbiosi con l’essere umano e che possono – da un certo punto di vista – anche salvarci la vita.

Il sistema made in Italy
La competizione biologica esiste in ogni forma di vita e quindi si trova costantemente anche nell’ambiente circostante. Ed è proprio questa che hanno voluto sfruttare alcuni scienziati dell’Università di Ferrara, i cui studi ne hanno da poco confermato l’efficacia.

Il sistema di pulizia con i probiotici
L’idea dei ricercatori è quella di sanificare tutti gli ambienti sanitari, ospedali compresi, con un sistema che sfrutta i probiotici. Il suo nome è Probiotic Cleaning Hygiene System (PCHS) e funge come una sorta di spazzino dei batteri nocivi. La realizzazione pratica è stata messa a punto da Copma, in collaborazione con il CIAS dell’Università di Ferrara.

Riduzione dei patogeni
«Grazie ai risultati sperimentali ottenuti a partire dal 2011 è stato possibile ridurre significativamente e in modo stabile nel tempo la contaminazione patogena delle superfici nosocomiali. La ricerca multicentrica San ICA, condotta negli anni 2016-2017, ha inoltre permesso di verificare, in tutti gli ospedali trattati con il sistema PCHS, la conseguente forte riduzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA). A differenza dei tradizionali sistemi a base di disinfettanti chimici è quindi possibile conseguire e garantire nel tempo un livello di igiene stabile mediante l’impiego di specifiche tecnologie e prodotti biologici contenenti microrganismi sicuri per la salute umana», spiega Sante Mazzacane, direttore del Centro di Ricerche CIAS dell’Università di Ferrara.

Più efficacia e riduzione dei costi
Dai risultati è emerso che il sistema è efficace nel ridurre la popolazione di batteri pericolosi per la salute umana. Ma non solo: riducendo le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), la stessa Sanità può beneficiare di un’eccellente riduzione in termine di costi sanitari. La presentazione della tecnica innovativa si svolgerà il 12 aprile presso il Ministero della Salute in ambito del fenomeno dell'antibiotico-resistenza.

Lo studio multicentrico SAN-ICA ha beneficiato del coinvolgimento e della collaborazione di cinque Università Italiane: l’Università di Ferrara, l’Università di Udine, l’Università di Pavia, l’Università Bocconi di Milano e l’Università di Messina. Ma anche di sette Ospedali: Policlinico Universitario G. Martino-Messina, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, Istituto di Cura Città di Pavia, Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano, Ospedale di Santa Maria del Prato-Feltre, Ospedale Sant’Antonio Abate e l’Azienda ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Fogg