20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Obbligo vaccinale

Giulio Tarro: «L’obbligo vaccinale è un’operazione da Big Pharma»

Secondo Giulio Tarro, candidato al premio Nobel, l’obbligo vaccinale non ha senso di esistere. Guerra aperta tra Burioni e Tarro

Giulio Tarro e l'obbligo sui vaccini
Giulio Tarro e l'obbligo sui vaccini Foto: CNK02 | Shutterstock Shutterstock

È stato il quotidiano Affaritaliani.it a mettere nero su bianco le parole del famoso virologo Giulio Tarro, candidato al premio Nobel. La sua idea è che dietro l’obbligo vaccinale ci sia una super potenza farmaceutica, la Big Pharma. A suo avviso la vaccinazione di massa – così come è concepita – non sarebbe così efficace come si pensa. E non mancano le critiche all’immunologo Roberto Burioni.

C’è chi pensa per noi?
Diciamo la verità: nessuno di noi è uno scienziato – ministro della salute compreso. Quindi non è semplice riuscire a comprendere dove sta la verità e dove, al contrario, un eventuale interesse economico. Ed è proprio la mancanza di conoscenza che in questo momento ci rende vulnerabili e, in parte, ci destabilizza. «Non siamo un Paese scandinavo o anglosassone, manchiamo di conoscenza scientifica e allora qualcuno pensa al nostro posto, il Grande fratello, Big Pharma», spiega ad Affariitaliani Giulio Tarro, allievo di Albert Sabin e autore di importanti ricerche tra cui alcune sul collegamento tra virus e tumori.

Un obbligo controproducente
«L’obbligo vaccinale di massa non ha alcun senso – continua Tarro - È controproducente. È chiaro che la vaccinazione è un fatto positivo per la saluta delle popolazioni ma bisognerebbe fare un anamnesi di ogni caso, capire quale è la storia di ogni paziente. Siamo invece al cospetto di campagne di masse e medici che per principio dicono che i vaccini non hanno effetti collaterali. Ma è assurdo. Il vaccino è di per sé un farmaco e può avere effetti collaterali, anche gravi». A suo avviso, infatti, tutto questo «è una manovra da Big Pharma».

Tarro contro Burioni
Va da sé che le sue dichiarazioni mal di sposano con quelle di Burioni che, al contrario, ritiene che tutti debbano essere vaccinati – senza alcuna distinzione di età, di condizione di salute e di storia familiare. «Penso che Burioni capisca poco. Ovvio che i vaccini possono essere utili in alcuni soggetti, inutili in altri e dannosi in altri ancora. Ma non penso ci possa essere un colloquio con persone del genere». Tarro ha anche raccontato che tempo fa – durante un convegno di biologi – ci fu uno scontro feroce tra i due e Burioni pare che disse addirittura che lui non aveva neppure il diritto di parlare vista la sua età avanzata.

Per star tranquilli non basta una pastiglia
«Vorremmo una pastiglia che ci protegga da ogni tipo di malattia al mondo, da tutto... e siamo a posto, ma la vita non funziona così. Dal 2000 a Davos si riuniscono non solo per i grandi problemi economici ma anche le grandi case farmaceutiche che cercano di fare vaccini per qualsiasi cosa. Ci sono campagne in giro che favoriscono il terrorismo mediatico. Addirittura qualcuno parla del ritorno del vaiolo», spiega Tarro ad Affaritaliani sorridendo.

Interessi dietro?
Secondo Tarro non è escluso che dietro all’obbligo vaccinale possa esserci dietro qualche interesse economico. «I vaccini sono diventati il motore dell’industria farmaceutica». Nel suo ultimo libro, parla approfonditamente anche di questo aspetto citando Miloud Kaddar, senior adviser e health economist dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Se è pur vero che i vaccini occupano solo il 2 percento del fatturato farmaceutico – come dichiarato da Kaddar – negli ultimi anni gli introiti derivanti da questo genere di farmaci sono nettamente aumentati. Da 5 miliardi di dollari nel 2000 sono passati a 24 nel 2013. Ed entro il 2025 raggiungeranno i 100 miliardi grazie a nuovi prodotti farmaceutici. Tutto questo (e altro ancora) sarà possibile trovarlo nel volume «10 cose da sapere sui vaccini», edito dalla Newton Compton.