Vaccini obbligatori: ecco la proposta di legge che modificherà il decreto Lorenzin
Il leghista Paolo Arrigoni si scaglia contro la legge Lorenzin. Le proposte, depositate in Senato, intendono anche modificare le modalità di somministrazione dei vaccini

C’è di nuovo aria di cambiamenti per quanto riguarda il decreto sull’obbligatorietà vaccinale. Se da un lato avevamo finalmente fatto enormi progressi in termini di copertura vaccinale raggiungendo l’importante soglia che determina la famosa immunità di gregge, dall’altro c’è chi pensa a scardinare questo prezioso regolamento. A farlo è una proposta di legge della Lega che, è importante sottolineare, non vuole evitare la vaccinazione ma intende annullare l’esclusione dei bambini non vaccinati dall’asilo nido e dalla scuola materna.
Testo depositato in Senato
Il testo relativo alla proposta di legge è già stato depositato in Senato e sembra essere il primo e importante passo per modificare la legge Lorenzin. L’idea è quella di abolire il divieto ai bambini di entrare all’asilo nido o nella scuola dell’infanzia solo perché sprovvisti di vaccino. «Questa misura coercitiva è inaccettabile, anche perché crea una disparità di trattamento rispetto ai minori di età compresa tra 6 e 16 anni ai quali la cacciata da scuola non si applica per il medesimo inadempimento, e rompe il patto di fiducia tra cittadini e istituzioni, creando le premesse per la nascita di conflitti sociali», spiega il leghista Paolo Arrigoni.
Un atto discriminatorio
Arrigoni non punta il dito sui vaccini come tanti altri hanno fatto ma ritiene che l’esclusione dalla scuola sia un vero e proprio atto discriminatorio. «L’esclusione dai servizi educativi e dalle scuole dell’infanzia dei minori non vaccinati della fascia d’età 0 - 6 anni quale provvedimento sanzionatorio previsto dal decreto legge Lorenzin è del tutto discriminatorio, irrazionale e ingiustificato in assenza di motivi sanitari», continua Arrigoni. In sintesi la Lega intende modificare gli articoli 3 e 3-bis della legge Lorenzin.
Nessuno dovrebbe correre rischi
Il fatto è che, in teoria, i bambini vaccinati non dovrebbero correre alcun rischio se vivono a scuola insieme a coetanei non vaccinati. Pertanto non è corretto che il vaccino vincoli l’entrata a scuola. «Le modifiche, che ho presentato da primo firmatario insieme ai colleghi del gruppo Lega, se approvate in Aula, farebbero sì che la mancata presentazione della documentazione sulla vaccinazione non costituisca più requisito di accesso né comporti, a partire dal 2019, la decadenza dall’iscrizione al nido e alla scuola dell’infanzia».
Vaccini singoli
Un’altra idea della Lega è quella di mettere a disposizione anche vaccini singoli in maniera tale che le persone che posseggono un’immunità naturale non debbano essere costrette a eseguire anche un vaccino che non serve a niente. La proposta di legge, perciò, prevede anche la modifica del comma 2 dell’articolo 1, l quale permette di «ricorrere alla somministrazione dei vaccini monocomponente, che invece ad oggi non sono disponibili».
Rischi e benefici
Altro aspetto da non sottovalutare è che si tratta pur sempre di un farmaco e come tale dovrebbe essere preso in considerazione il rapporto rischio/beneficio come si fa con qualsiasi altro medicinale. La vaccinazioni di massa che non tiene presente di tali fattori potrebbe, invece, creare problemi. «La strategia vaccinale deve essere adeguata alle reali condizioni epidemiologiche ed alle esigenze della popolazione pediatrica, con particolare attenzione al bilancio tra benefici e rischi per ciascun singolo bambino. Per questa ragione i soggetti già immunizzati da malattia naturale non devono essere costretti a subire delle vaccinazioni solo per carenza di vaccini monocomponente da parte del Servizio sanitario nazionale, il quale ha anzi l'obbligo di tutelare la salute dei cittadini fornendo le giuste formulazioni vaccinali. Queste semplici modifiche sono il primo passo verso il superamento di alcune delle più evidenti storture causate da un decreto legge vessatorio e pasticciato, che la Lega si impegna a rivedere successivamente in modo ben più incisivo», conclude Arrigoni.
C’è chi non è d’accordo
E’ innegabile che la legge Lorenzin abbia portato l’Italia ha notevoli passi avanti in termini di protezione da gravi malattie, nonostante secondo la Lega ci siano alcune falle nel regolamento. Tuttavia, non è detto che togliendo il divieto di entrare a scuola non si torni a un calo di vaccinazioni che ha portato diverse epidemie in Italia. «Il trend in diminuzione delle coperture vaccinali, che aveva fatto precipitare l’Italia ben al di sotto della soglia di sicurezza del 95% raccomandata dall’Oms, è stato la causa di un’estesa epidemia di morbillo», ha dichiarato a La Repubblica Federico Gelli, responsabile sanità del Pd. «Siamo passati dagli 862 casi del 2016 ai 5006 del 2017, un aumento del 481%, il 23% di tutti i casi di morbillo della Regione europea Oms. Grazie alla legge sull’estensione dell’obbligo vaccinale, approvata dal governo Gentiloni, ora la copertura anti-polio nei bambini nati nel 2015 si avvicina al valore soglia del 95% guadagnando, nel 2017, un +1,2% rispetto al 2016. La copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo cresce del 4,42%. Aumentano anche le coperture nei confronti delle vaccinazioni non obbligatorie. Tutto questo vuole essere ora messo in discussione da una proposta di legge della Lega della quale non si sentiva alcuna necessità. Non contenti del fallimento dei loro ricorsi con la Regione Veneto, e della piena legittimità della legge rimarcata prima dal Consiglio di Stato e poi dalla Corte Costituzionale, i leghisti tornano ancora una volta alla carica mettendo a rischio la salute collettiva». Insomma, questo è solo l’inizio dell’ennesima battaglia contro una legge che sembra non aver mai trovato l’equilibrio e la totale approvazione nel nostro paese.
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